All’inizio di settembre, i 5 giudici di una commissione della Corte Suprema del Brasile hanno confermato il blocco della piattaforma sociale X (un tempo Twitter) sul territorio nazionale. Il divieto scaturisce dal rifiuto della società di Elon Musk di nominare un rappresentante legale nel Paese sudamericano.
La sentenza originale aveva definito Elon Musk un “fuorilegge” che intendeva “consentire la massiccia diffusione di disinformazione, discorsi d’odio e attacchi allo stato di diritto democratico, violando la libera scelta dell’elettorato, tenendo gli elettori lontani da informazioni reali e accurate”. Il presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, si é dichiarato “soddisfatto” della decisione del giudice della Corte suprema, Alexandre de Moraes. “Il sistema giudiziario brasiliano potrebbe aver dato un segnale importante: il mondo non è obbligato a sopportare il vale tutto dell’estrema destra di Musk solo perché è ricco”, e ha minimizzato il danno per gli utenti, visto che milioni di persone possono in realtà accedere a social che offrono lo stesso servizio di X.
La richiesta di nominare un rappresentante legale di X si spiega con la possibilità per la giustizia brasiliana di perseguire la società in caso di reati sul territorio nazionale, e specificamente per reati di ingerenza nel processo democratico, la diffusione di false notizie, ed altri reati previsti dal codice. La reazione della destra non si é fatta attendere. L’ordine degli avvocati del Brasile e il partito di destra NOVO hanno presentato un’ ADPF (Arguição de Descumprimento de Preceito Fundamental), un’azione giudiziaria utilizzata dalla Corte Suprema del Brasile per affrontare la violazione dei principi costituzionali fondamentali. Elon Musk si è limitato a dire: “Bravo!”.
(Red/Est/Ma. Sa)
Nell’immagine da wikipedia, Elon Musk