La strada in salita della parità di genere

La Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne ci ricorda anche quanto ancora siamo lontani dai uno dei principi costitutivi dell'Unione europea. Un Focus sulle disparità nel settore della ricerca e dell'innovazione

Se la violenza è anche figlia della disuguaglianza allora è bene sottolineare che in Europa, benché la parità di genere sia uno dei principi chiave dell’Unione europea, la strada è ancora in salita. Per esempio, se negli ultimi anni il numero di studentesse, incluse quelle che hanno conseguito una laurea di primo livello, una laurea magistrale o un dottorato, è aumentato costantemente, le donne continuano infatti a essere sottorappresentate nella ricerca e nell’innovazione. Lo dice il rapporto She Figures della Commissione europea, che dal 2003 monitora il livello dei progressi verso la parità di genere nella ricerca e nell’innovazione nell’Unione europea e altrove. Il rapporto è stato reso noto alla vigilia della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Stabilita il 25 novembre di ogni anno dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999.

Mariya Gabriel, Commissaria responsabile per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e i giovani, ha così commentato il rapporto Dshe Figures:L’ultima relazione She Figures sottolinea che, in Europa, l’economia, i laboratori e il mondo accademico dipendono già dalle donne, ma evidenzia anche che dobbiamo fare di più per promuovere la parità di genere, in particolare per incoraggiare le ragazze a intraprendere una carriera nel settore STEM. È fuori di dubbio che l’Europa ha bisogno della creatività e del potenziale imprenditoriale delle donne per plasmare un futuro più sostenibile, verde e digitale”.

La pubblicazione di She Figures 2021 evidenzia che, in media, per quanto riguarda la laurea di primo livello e magistrale le studentesse e le laureate sono più numerose dei loro compagni uomini (costituiscono rispettivamente il 54 % e il 59 %) e che si raggiunge quasi un equilibrio di genere a livello di dottorato (48 %). Persistono tuttavia disparità tra i vari campi di studio: le donne ad esempio rappresentano ancora meno di un quarto dei dottorandi nel settore delle TIC (22 %), mentre sono il 60 % o più nella sanità e nei servizi sociali e nell’istruzione (rispettivamente il 60 % e il 67 %). Inoltre solo circa un terzo dei ricercatori sono donne (33 %). Ai livelli più alti del mondo accademico, le donne continuano a essere sottorappresentate e tra i professori ordinari sono solo un quarto (26 %). Hanno inoltre meno probabilità di essere impiegate come scienziati e ingegneri (41 %) e sono sottorappresentate tra i liberi professionisti nel settore delle scienze, dell’ingegneria e delle TIC (25 %).

(Red/Est)

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