L’Africa tra economia criminale e corruzione

Tredici diverse forme di economia criminale, divise in tre categorie, attività illegali, commercio illecito di beni legali e sottrazione illecita di risorse, depredano ogni giorno il Continente africano.

Dallo studio “Flussi finanziari illeciti: l’economia del commercio illegale in Africa occidentale“, pubblicato lo scorso 20 febbraio dall’Ocse, emerge infatti un dato più che allarmante: ogni anno gli Stati africani registrano un “ammanco contabile” di circa 50 miliardi di dollari.

Lo studio riportato da Nigrizia è stato realizzato con la collaborazione della Banca africana di sviluppo (AfDB), il gruppo intergovernativo di azione contro il riciclaggio di denaro in Africa occidentale (GIABA), Nuova partnership per lo sviluppo dell’Africa (NEPAD) e Banca mondiale.

Nelle 140 pagine di report si analizzano i Flussi Finanziari Illeciti (IFF), ovvero i movimenti non autorizzati di denaro o di capitali da un Paese all’altro. Per ogni singolo caso, viene fornita una mappatura dei flussi e della vulnerabilità dell’area geografica di riferimento, i principali attori coinvolti, le implicazioni e gli impatti generati dagli IFF.

L’Africa occidentale, secondo lo studio, è interessata da un’ampia serie di economie criminali che hanno come attività più diffuse il traffico di droga, il contrabbando di avorio, la tratta di esseri umani, il traffico di migranti, il furto di petrolio e la pirateria.

Nel report viene analizzato poi il caso studio su al-Qaeda nel Maghreb Islamico e in particolare come il gruppo terrorista sta guadagnando grosse somme dai riscatti ma anche dal controllo, tramite dazi, del commercio legale e il passaggio di merci attraverso il Sahel.

Oltre ai traffici illeciti c’è poi l’endemico problema corruzione a preoccupare l’Africa.

Nel 2017 il Continente si è riconfermato al primo posto per il livello di corruzione percepita.

A dirlo questa volta il report di Transparency International, pubblicato il 21 febbraio e riportato ancora una volta di Nigrizia.

Lo studio classifica 180 paesi secondo un Indice di corruzione percepita (CPI) nel settore pubblico. L’indice sottolinea che la maggior parte dei paesi non sta facendo progressi. I risultati peggiori sono quelli della Siria, del Sudan del Sud e della Somalia.

Peggiorate anche le performance di alcuni paesi del Nordafrica, come Marocco ed Egitto.

L’Africa sub-sahariana è la regione con  il punteggio più basso mentre si registrano miglioramenti in Botswana, Seicelles, Mauritius, Capo Verde, Rwanda e Namibia.

Sul podio per le performance migliori nel continente sono state invece quelle di Costa d’Avorio e Senegal.

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