Le armi nucleari diventano illegali

Raggiunte le 50 ratifiche, il Trattato sulla Messa al Bando delle Armi Nucleari diverrà presto vincolante, innervosendo le Potenze Nucleari, Usa in testa...

di Elia Gerola

Il 24 ottobre 2020 il Trattato per la Messa al Bando della Armi Nucleari ha raggiunto le 50 ratifiche. Trascorsi novanta giorni a partire da questa data, le armi di distruzione di massa per eccellenza, quelle nucleari, diverranno illegali, almeno per gli Stati ratificatori e firmatari.

“Questo è un nuovo capitolo per il disarmo nucleare”, ha dichiarato fiera Beatrice Fihn, la svedese direttrice esecutiva dell’International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (Ican), l’organizzazione cappello a capo della coalizione composta da oltre 600 associazioni e Ong che operano in oltre 100 Stati diversi (in Italia le realtà parte della colazione sono: Associazione Italiana Medicina per la Prevenzione Della Guerra Nucleare, Cormuse, Disarmisti Esigenti, IRIAD, PeaceLink, Rete Disarmo, Senzatomica, WILPF Italia, World Foundation for Peace, IALANA, Mayors for Peace Italia, Pax Christi, Pressenza), rendendo possibile la creazione di quella che diventerà dal gennaio 2021 una nuova norma di diritto internazionale. “Decadi di attivismo hanno raggiunto ciò che molti hanno considerato impossibile” ha aggiunto l’avvocatessa, “la messa al bando delle armi nucleari”.

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Segretario Generale Onu, António Guterres

E’ sulla parola attivismo che vale la pena soffermarsi però. Un risultato storico quello celebrato il 24 ottobre anche dal Segretario Generale Onu Guterres, che nel giorno in cui l’Organizzazione che presiede compiva 75 anni, ha riconosciuto il “lavoro cruciale” svolto dalla società civile globale. E’ infatti grazie al potere persuasivo generato dalle organizzazioni non governative e all’alleanza che le ha coordinate, sviluppando, elaborando e promuovendo dal basso verso l’alto, ovvero dalle strade gremite di manifestanti verso le sale dei consessi diplomatici, l’idea della Messa al Bando che il 7 luglio 2017, 122 Stati Membri hanno approvato il Trattato in questione durante un’Assemblea Generale Onu. Impresa non indifferente quella dell’Ican, che nell’autunno dello stesso anno è stata insignita del Premio Noble della Pace.

Innumerevoli le reazioni di soddisfazione. Da una parte il Movimento Internazionale della Croce Rossa e Mezza Luna Rossa, ha rilanciato affermando: “Oggi è un giorno storico. Invitiamo i leader globali ad agire con coraggio ed unirsi alla parte giusta della storia”. Dall’altra invece l’Internazionale del Medici per la Prevenzione della Guerra Nucleare (IPPNW) ha invece dichiarato: “In un tempo buio, il Trattato per la Messa al Bando delle Armi Nucleari, illumina il sentiero più promettente verso la liberazione del mondo dal rischio di violenza nucleare indiscriminata”.

Dall’altra le ratifiche in serie di Jamaica, Nauru e Honduras, tutte avvenute nel corso della penultima settimana di ottobre 2020 sono invece state osteggiate e fallimentarmente prevenute dall’azione diplomatica statunitense. L’Associated Press ha infatti rivelato che l’Amministrazione di Washington avrebbe scritto una lettera a tutti gli Stati firmatari e ratificatori del Trattato, spiegando che avrebbero compiuto un “errore strategico” grave, invitandoli a ritirarsi al più presto da ogni forma di adesione/ratifica del documento. La lettera inoltre affermerebbe che USA, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia, più gli alleati NATO, “si schierano uniti contro le possibili ripercussioni” della messa al bando. Per gli Stati Uniti infatti verrebbero danneggiati i processi di verifica egli arsenali nucleari e del disarmo, mentre per il Governo di Londra non risulterebbe invece lo strumento efficace per eliminare le armi nucleari dagli arsenali militari globali. Gli unici Stati tradizionalmente considerati gravitanti nella sfera di influenza statunitense e del blocco occidentale, sebbene non membri NATO, ad aver firmato e ratificato il Trattato sono ad oggi Austria, Nuova Zelanda, Irlanda e Sud Africa.

Inoltre, i detrattori della Messa al Bando sostengono che esiste già un trattato, quello di Non Proliferazione, che è stato firmato nel ’68 ed è oggi sostanzialmente universale con le sue 190 Parti, che sarebbe indebolito proprio dal nuovo Accordo internazionale. Come replicato dall’Ican però i due documenti non sarebbero solo compatibili ma si completerebbero. Il Primo infatti ha come obiettivo primario quello di evitare la proliferazione delle armi nucleari, sia verticale che orizzontale.  Ciò non di meno il suo controverso e mai veramente applicato articolo 6 verrebbe solo meglio e esplicitato e realizzato dai contenuti del Trattato sulla messa al Bando.

L’articolo 6 recita: “Ogni Parte si impegna a perseguire negoziazioni in buona fede relative alla cessazione della corsa agli armamenti nucleari e al disarmo nucleare e ad un trattato relativo al generale e completo disarmo sotto un severo e efficace controllo internazionale”. Dall’altra l’articolo 1 del Trattato relativo alla messa la bando impegna invece ogni Stato parte a non: “sviluppare, testare, produrre, fabbricare, acquisire in alcun modo, possedere, ammassare armi nucleari oppure dispositivi esplosivi nucleari”. Inoltre il medesimo articolo ne impedisce anche: trasferimento, ricevimento, l’impiego per la minaccia, l’assistenza/incoraggiamento/induzione alla fabbricazione, il tentativo di ottenere assistenza nella loro fabbricazione e il loro dispiegamento. In altre parole, l’intero Trattato per la Messa al Bando espliciterebbe in azioni concrete quanto contenuto nell’articolo 6 del Trattato di Non Proliferazione.

Dunque, in una congiuntura storica nella quale il rischio nucleare è il più elevato di sempre, sarebbero infatti solo 100 i secondi che in caso di guerra nucleare separerebbero l’umanità dalla catastrofe secondo il Bollettino degli Scienziati Atomici; nella quale le armi nucleari stanno adottando maggiore utilizzabilità in virtù della loro miniaturizzazione e portata grazie allo sviluppo di vettori di lancio supersonici, ogni trattato volto a bandirle non può che fungere da importante controtendenza. Da non sottovalutare è infatti quella che gli analisti come la professoressa Målfrid Braut-Hegghammer denominano “erosione del tabù nucleare”, ovvero l’indebolimento di quell’insieme di norme, scritte e convenzionali, che hanno reso i test nucleari, l’impiego e un nuovo accumulo di questi armamenti di fatto inconcepibili. Tuttavia nella prima parte del 2020 è circolata la notizia che l’Amministrazione Trump avrebbe riflettuto sulla possibilità di realizzare un test nucleare. Sia Corea del Nord che Usa hanno poi minacciato l’impiego di tali armi tra il 2018 e il 2020, mentre i trattati bilaterali che hanno calmierato ed invertito la tendenza all’accumulo di testate nucleari da parte di Usa e Urss, vedono oggi l’INF invalidato e le negoziazioni per il rinnovo di New Start tra il Cremlino e la Casa Bianca languire.

E’ vero, nel 1986  le testate nucleari erano ben ooltre le 60mila, oggi sono all’incirca 14mila, tuttavia è il rischio di impiegarle, ovvero di escalation nucleare, ciò che fa veramente la differenza. Come ha infatti più volte affermato il Presidente della Croce Rossa Internazionale, Peter Maurer, “Qualsiasi rischio di impiego di arma nucleare è inaccettabile. Il trattato rappresenta un faro di speranza e una misura essenziale per ridurre il rischio di una catastrofe”. Come spiega l’Ican, il Trattato sulla Messa la Bando, una volta attivo, ovvero dal gennaio 2021, aiuterà quindi a promuovere il decremento della produzione dei componenti dell’indotto nucleare, il disinvestimento delle aziende che compartecipano alla costruzione di queste armi, e la diffusione dell’idea che bandire queste armi è non solo necessario ma possibile.

Infine è bene sottolineare come il Trattato sulla Messa al Bando sia unico anche perché vicino alle vittime delle armi nucleari. L’articolo 6 è infatti intitolato: “Assistenza alle vittime e recupero ambientale”. Da una parte quindi gli Stati parte si impegnerebbero ad assistere sanitariamente, psicologicamente e economico-socialmente le vittime del nucleare militare, ad esempio gli Hibakusha, i sopravvissuti giapponesi ai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, oppure gli abitanti delle isole dell’Oceano Pacifico rimaste vittima degli innumerevoli test nucleari realizzati soprattutto da Usa, Gb e Francia nel secolo scorso. Dall’altra il documento risulta particolarmente innovativo, poiché vincola le Parti ad “adottare le misure necessarie e appropriate per il recupero delle aree contaminate”.

Beatrice Fihn

La strada verso un mondo privo di armi nucleari è quindi per Beatrice Fihn segnata, come ha infatti spiegato, quello che entrerà in vigore è infatti uno “strumento legale storico“, che procurerà cambiamenti che stanno mettendo paura e generando nervosismo tra le potenze nucleari. L’Ican e gli Stati che hanno deciso di sostenere la sua causa stanno infatti costruiendo e realizzando, “piano ma inesorabilmente”, un mutamento ideazionale e giuridico in merito allo status delle armi nucleari. Non ci si accontenta più di controllarle e limitarle, ora infatti, si lavora per la loro completa eliminazione e dismissione dagli arsenali militari.

Di seguito la lista dei 50 Stati che hanno ratificato il Trattato al 26/10/2020 (fonte Ican):

Antigua and Barbuda 25 November 2019; Austria 8 May 2018; Bangladesh 26 September 2019; Belize 19 May 2020; Bolivia 6 August 2019; Botswana15 July 2020; Cook Islands4 September 2018 Costa Rica 5 July 2018; Cuba 30 January 2018; Dominica 18 October 2019; Ecuador 25 September 2019; El Salvador 30 January 2019;Fiji 7 July 2020; The Gambia 26 September 2018; Guyana 20 September 2017; Holy See 20 September 2017;Honduras 24 October 2020;Ireland 6 August 2020; Jamaica 23 October 2020; Kazakhstan 29 August 2019; Kiribati 26 September 2019; Laos 26 September 2019; Lesotho 6 June 2020; Malaysia 30 September 2020; Maldives 26 September 2019; Malta 21 September 2020; Mexico 16 January 2018; Namibia 20 March 2020; Nauru 23 October 2020; New Zealand 31 July 2018; Nicaragua 19 July 2018; Nigeria 6 August 2020; Niue 6 August 2020; Palau 3 May 2018; Palestine 22 March 2018; Panama 11 April 2019; Paraguay 23 January 2020; Saint Kitts & Nevis9 August 2020; Saint Lucia 23 January 2019; Saint Vincent & Grenadines 31 July 2019; Samoa 26 September 2018; San Marino26 September 2018; South Africa 25 February 2019; Thailand 20 September 2017; Trinidad and Tobago 26 September 2019; Tuvalu 12 October 2020; Uruguay 25 July 2018; Vanuatu 26 September 2018; Venezuela 27 March 2018; Vietnam 17 May 2018.

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