Le deboli speranze del Cairo

Molte nazioni partecipano al summit voluto dall'Egitto dove però manca Israele e Washington non ha mandato neppure il suo ambasciatore nella capitale egiziana

Al Vertice del Cairo per la Pace hanno partecipato oggi leader e alti funzionari di oltre dieci Paesi  riuniti nella capitale egiziana. L’intento era discutere le modalità per “allentare” la guerra tra Israele e Hamas e le preoccupazioni di un più ampio conflitto in Medio Oriente. Vi hanno partecipato rappresentanti di diverse nazioni tra cui  tra cui Giordania, Francia, Germania, Russia, Cina, Regno Unito, Stati Uniti, Qatar e Sud Africa così come Nazioni Unite e Unione Europea. Tra i leader europei, oltre all’italiana Giorgia Meloni, hanno risposto all’invito al summit anche Pedro Sanchez, Premier della Spagna (Presidente di turno della Ue), il Premier greco Kyriakos Mitsotakis e quello di Cipro Nikos Christodoulides. Per Germania, Francia e Regno Unito erano previsti i titolari  degli Esteri. Al vertice organizzato nella Nuova capitale amministrativa, prende parte anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e l’Alto rappresentante della politica estera dell’Unione europea, Josep Borrell.

Il Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi – riporta Bbc – ha respinto l’idea di uno  spostamento forzato dei Palestinesi nella penisola del Sinai mentre il primo convoglio di aiuti umanitari entrava a Gaza dopo due settimane di guerra. Intervenendo al summit  al-Sisi ha affermato che l’unica soluzione è uno Stato indipendente per i Palestinesi. Il summit è iniziato quando 20 camion carichi di aiuti hanno attraversato il confine di Rafah pur se le organizzazioni umanitarie hanno avvertito che non sarà sufficiente per affrontare i bisogni della popolazione. Il Presidente palestinese Mahmoud Abbas ha detto che i Palestinesi non se ne andranno: “Rimarremo sulla nostra terra”, ha detto il leader palestinese che giorni fa ha rifiutato di incontrare Jo Biden come ha fatto il re di Giordania.

Gli Stati Uniti, il più stretto alleato di Israele e uno dei negoziatori fondamentali non solo nella situazione di queste settimane, ha però – scrive Reuters –  inviato al Cairo solo l’incaricato d’affari dell’ambasciata americana al Cairo mentre Israele era del tutto assente. I diplomatici ritengono improbabile inoltre una dichiarazione congiunta del vertice mentre molti osservatori ritengono che l’assenza di Tel Aviv e quella di alti funzionari di Washington sia una variabile non certo secondaria in un vertice su un possibile negoziato.

(Red/Est)

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