L’Eta muore. L’intervista al professor Carotenuto

Quando l'indipendentismo diventa lotta armata e non viene capito dai cittadini. Dopo tutto il sangue versato in Spagna, la  cronaca di un "suicidio annunciato". Ecco cosa ci ha detto il professor Gennaro Carotenuto, docente di storia contemporanea dell'Università di Macerata

di Ilario Pedrini

L’Eta non c’è più. Il movimento indipendentista basco è morto di “morte naturale”. Questo, comunque la si pensi sulle ragioni degli indipendentisti baschi, rappresenta una svolta per la storia della Spagna.

E di storia – di passato, presente e futuro – di Spagna e politica europea ci ha parlato il professor Gennaro Carotenuto, docente di storia contemporanea dell’Università di Macerata.

Dopo l’anteprima dei giorni scorsi vi proponiamo l’intervista integrale che ha rilasciato a Caravan, in collegamento telefonico.

Lo scioglimento è stato annunciato il 16 aprile con una lettera inviata a istituzioni e gruppi sociali ed economici dei Paesi Baschi.

Si parla di totale scioglimento delle sue strutture: uno stop a tutte le iniziative politiche.

Non è una vittoria del governo di Madrid, dice Carotenuto, perlomeno non dell’attuale governo. Il destino dell’Eta – dice – era segnato. I metodi utilizzati dall’Eta (il sangue innocente versato in nome di una lotta politica che non è stata capita dalla maggior parte dell’opinione pubblica) e le scarse capacità di comunicare le ragioni dell’«indipendentismo militante» hanno portato all’implosione dell’Eta.

L’Eta è stato uno dei gruppi terroristici più violenti in Europa. Fondata nel 1959, causò la morte dell’allora capo del governo Luis Carrero Blanco (era il 1973).

Oggi il premier in carica Rajoy ha escluso ogni possibilità di «impunità per i crimini commessi».

«L’organizzazione separatista è stata sconfitta dall’azione dello stato di diritto e dalla forza della democrazia spagnola», ha detto Rajoy.

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