di Ilario Pedrini
Se ne sono accorti in pochi ma in Polonia esiste un problema: la libertà di stampa e quindi di parola. E quindi la Libertà è in pericolo. Per giorni i cittadini sono scesi in piazza. Non parliamo di proteste a distanza fatte su Twitter, Facebook o Instagram. Parliamo di gente che ha spostato il sedere dal divano, si è messa il cappotto ed è andata al freddo e al gelo per far sentire la «voce del popolo». «Migliaia di dimostranti – si legge sul Foglio – si sono riuniti davanti al parlamento per protestare contro il piano del governo che prevede di limitare l’accesso dei media nel parlamento. Il progetto della Camera bassa prevede che solo 5 tivù autorizzate polacche potranno registrare i lavori parlamentari, che solo due giornalisti parlamentari per testata siano accreditati e che siano garantiti solo 300 permessi giornalieri per la stampa». Succede a pochi chilometri da noi. Il presidente della Federazione Europea dei Giornalisti (Efj), che rappresenta 320mila giornalisti di 43 paesi europei, ha affermato che i giornalisti «devono poter muoversi liberamente nel parlamento». Ha ribadito che i cittadini hanno il diritto di venire informati correttamente e in maniera plurale su quanto si decide o non si decide nel Parlamento. «ll parlamento della Polonia – scrive il Post Internazionale – ha approvato martedì 13 dicembre 2016 una legge proposta dal partito conservatore al governo Diritto e Giustizia che restringe la libertà di riunione nei luoghi pubblici». La legge, definita «anti democratica» dalle opposizioni, introduce il concetto di «adunata periodica» per le manifestazioni organizzate ripetutamente nello stesso luogo e nella stessa data. Il provvedimento dà a questo tipo di riunioni pubbliche la priorità sulle altre. In base alla nuova legge, tutte le altre manifestazioni devono svolgersi almeno a 100 metri di distanza dalle riunioni definite «periodiche». La protesta – scrive Internazionale – ha causato il ritardo nel voto sulla legge di bilancio, «approvata poi fuori dall’aula e da un numero più ristretto di parlamentari». Gli esponenti dell’opposizione (Piattaforma civica – Po) hanno occupato a turno i loro banchi nell’aula e hanno chiamato i cittadini a continuare le proteste nei prossimi giorni. «Sì alla libertà di stampa», «no alla censura», hanno gridato in decine di migliaia percorrendo pacificamente il centro di Varsavia, racconta Repubblica. E poi lo slogan degli slogan: «Siamo a Varsavia, non a Budapest». Studenti e operai, ceto medio, élites: per la prima volta da quando (dopo le elezioni del 25 ottobre stravinte dalla destra nazionalpopulista del PiS, cioè Legge e Giustizia, il partito euroscettico di Jaroslaw Kaczynski e del capo dello Stato Andrzej Duda) si sono trovati tutti insieme.È in corso un braccio di ferro con Bruxelles.« In alternativa alla prosecuzione della “via del dialogo”, l’esecutivo polacco – si legge su Panorama – potrebbe trovarsi di fronte alla prima volta nella storia dell’Unione in cui si fa ricorso all’articolo 7, che prevede anche la perdita del diritto di voto al Consiglio europeo (…)È però probabile che Bruxelles voglia da un lato inviare un segnale di presenza alla protesta filo-europea, senza tuttavia arrivare ad una vera “rottura” col governo di Beata Szydlo».
http://www.ilfoglio.it/immagini/2016/12/19/gallery/polonia-proteste-liberta-stampa-111751/
http://www.internazionale.it/notizie/2016/12/17/in-polonia-il-parlamento-e-stato-bloccato-da-proteste-contro-la-limitazione-della-liberta-di-stampa
http://www.repubblica.it/esteri/2016/01/09/news/legge_anti-media_in_polonia_decine_di_migliaia_in_piazza-130917300/
http://www.tpi.it/mondo/polonia/polonia-approvato-legge-limita-liberta-assemblea
http://www.panorama.it/news/esteri/polonia-liberta-di-stampa-manifestazioni-foto/
foto tratta da http://www.tpi.it/mondo/polonia/polonia-approvato-legge-limita-liberta-assemblea