Libia, tutta colpa di David?

di Andrea Tomasi

David Cameron «colpevole» di tutto: della Brexit (l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea) – a seguito della quale si è dimesso dalla carica di premier e poi di parlamentare (con, forse qualche imbarazzo italico, dove nessuno, per nessun motivo, lascia la poltrona) – e, pare, anche del disastro in Libia. Repubblica sintetizza il caso Tripoli che, stando alla vulgata, fino a qualche tempo fa vedeva la Francia quale prima responsabile: «Una guerra iniziata senza il necessario lavoro di intelligence, con un obiettivo di cambio di regime deciso con leggerezza, senza piani per ricostruire il Paese dopo la caduta del suo dittatore, con il risultato di una guerra civile più destabilizzante della situazione originaria. Sembra la descrizione dell’intervento britannico in Iraq nel 2003 per rovesciare Saddam Hussein. Invece è la descrizione dell’intervento britannico in Libia nel 2011 per rovesciare Muhammar Gheddafi: un verdetto emesso dalla commissione Esteri della camera dei Comuni, che punta il dito contro l’allora primo ministro britannico David Cameron in modo simile a quanto il rapporto Chilcot ha fatto nel luglio scorso contro Tony Blair per la guerra in Iraq. La morale è la stessa: una leadership politica fallimentare ha provocato una soluzione peggiore del problema che si voleva risolvere». Cameron bocciato, in realtà assieme a Sarkozy e, volendo cercare altre «pistole fumanti», anche Hillary Clinton. Il deputato conservatore Crispin Blunt, presidente della commissione esteri, dice che lo scopo iniziale della guerra era proteggere Bengasi, «obiettivo che venne raggiunto nello spazio di 24 ore». Il risultato dell’intervento americano, britannico e francese, conclude il rapporto, è stato «il collasso politico ed economico della Libia, guerra tribale, crisi umanitaria e dei migranti, violazioni dei diritti umani su larga scala e la crescita dell’Isis in Nord Africa». E ora? Al netto del focolaio di estremismo islamico fatto divampare dopo l’uccisione di Gheddafi, oggi si pone la questione del petrolio. La questione del petrolio «è quella cruciale in Libia» e la battaglia per il controllo dei pozzi e dei terminal petroliferi può sfociare in una vera e propria guerra civile, un «confronto militare aperto» tra le milizie fedeli al generale Khalifa Haftar e quelle di Misurata che sostengono il governo di Fayez al Sarraj. Lo ha detto all’Ansa Mattia Toaldo, esperto del European Council on Foreign Relations (Ecfr). Sarraj ha annunciato la controffensiva per la ripresa dei porti petroliferi, nelle mani delle forze di Haftar. Secondo Toaldo si tratta di uno sviluppo prevedibile, perché l’Isis in questi mesi avrebbe fatto da «cuscinetto». Sparita – o quasi – la minaccia dell’estremismo islamico a Sirte, il quadro sta cambiando rapidamente . L’esperto parla di «rischio concreto di un confronto armato: le milizie di Misurata potrebbero avanzare verso est per riconquistare i pozzi. Ma anche Haftar, potrebbe ordinare l’avanzata verso ovest, verso Sirte». Del resto- scrive Claudio Accogli – se è cruciale per le forze di Sarraj riconquistare i terminal petroliferi in Cirenaica – dove viene stoccata la gran parte dell’oro nero destinata all’export – altrettanto importante per Haftar sarebbe mettere i piedi a Sirte che è «la porta della Tripolitania». Haftar oltretutto è della tribù Ferjani, la seconda più importante in città, e tra le file delle sue truppe ci sono molti ex-gheddafiani: per loro tornare a Sirte significa «tornare a casa». Intanto pare il Governo Renzi invierà su richiesta del governo di Tripoli un ospedale militare che verrà protetto dai militari italiani. «Misurata – sottolinea Toaldo – rappresenta l’unica realtà araba che negli ultimi due decenni ha scelto l’Italia e l’Occidente come referenti». Intanto l’Italia preme per la «riapertura dell’ambasciata a Tripoli».

 

 

http://www.repubblica.it/esteri/2016/09/14/news/parlamento_inglese_condanna_cameron_responsabile_del_fallimento_in_libia_-147748699/

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2015/02/18/contro-lisis-serve-esercito-libico-_32f35543-6fda-4cba-85e3-f9f01bac8247.html
foto tratta da www.dailymail.co.uk

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