di Maurizio Sacchi
L’atto più recente dei rapporti Stati Uniti – Cina, la lunga telefonata tra i due presidenti Trump e Xi Jinping, prelude a un’inevitabile accordo, ben lontano da quella guerra aperta dichiarata da Washington contro l’Impero di mezzo. La reciproca dipendenza delle due superpotenze sul piano commerciale e tecnologico, e l’impossibilità di piegare Pechino e la sua enorme popolazione ed economia con mezzi coercitivi obbliga così i governi del fronte occidentale a rivedere il proprio approccio pregiudiziale verso questo grande Paese. Per questo, approfondirne la conoscenza dal punto di vista sociale, politico e culturale é oggi indispensabile.
Un prezioso volume di Gabriele Battaglia, “Massa per velocità”, Prospero Editore, 2021, rappresenta un ottimo strumento per gettare uno sguardo sulla Cina di oggi che vada oltre ai pregiudizi e alle semplificazioni che circolano sul grande Paese. Benché il libro abbia già più di tre anni – la narrazione si svolge durante i mesi del Covid-19 – i temi che Battaglia affronta rimangono di viva attualità. Il racconto parte proprio dal grande condominio di Pechino in cui l’autore viveva all’epoca, e la sua descrizione dell’organizzazione capillare e diffusa della risposta alla pandemia permette di capire non solo la risposta all’emergenza, ma lo stesso sistema con cui Partito comunista e Stato guidino e percepiscano la società cinese nel salto di qualità senza precedenti che ha portato un miliardo e 400 milioni di persone dalla miseria ad oggi, con ben 850 milioni di esse uscite dalla soglia di povertà. Come ci dice Battaglia, malgrado l’immagine oppressiva e autoritaria che si ha da noi, il partito non é “sopra” alla società, ma dentro: gli iscritti del grande condominio, che di solito svolgono compiti di tipo logistico, nell’emergenza si mobilitano, e mobilitano le masse, come é stato il caso della risposta al Covid, con metodi basati più sul convincimento che sulla coercizione. Queste mobilitazioni di massa, eredità del maoismo, sono ancora presenti nella Cina di Xi, ora adattate al nuovo credo “sviluppista”.
Un altro tema trattato da Battaglia é quello del contrasto città-campagna. Nelle parole dell’autore, si tratta del “pregiudizio urbano”, ovvero della diffusa idea che il progresso passi principalmente dalla urbanizzazione. Per toccare con mano questo contrasto, Battaglia fa un lungo viaggio nelle zone rurali, e nella provincia dello Shanxi, nel villaggio “Nuova fioritura”, intervista contadini, un giovane funzionario di partito, una anziana signora che vive ancora in una tradizionale casa-grotta scavata nella collina. Mentre il funzionario spiega che nell’ultimo anno -cioé dal 2019 al 2020- la soglia di povertà é stata elevata da 3.600 a 5mila yuan, all’entrata del villaggio un elenco di nomi e cognomi indica chiaramente quali famiglie siano da portare a quel livello, e, cosa ancor più importante, chi sia il funzionario del Partito responsabile del raggiungimento dell’obbiettivo. Non potrà fare carriera, ne’ essere trasferito, se non ci riesce. Malgrado questi sforzi, il divario città-villaggi rimane, e la difficoltà di sopravvivere nelle campagne spinge masse di lavoratori poveri a cercare lavoro nelle metropoli. Sono migranti interni, che non possono avere impieghi stabili in città, perché residenti in provincia; vivono in alloggi di fortuna nelle periferie, e rappresentano la parte di società cinese che non ha preso il treno della modernità. La signora che vive nella casa-grotta ha riempito una stanza di letti a castello per ospitare questi migranti, che le danno la rendita di cui vive: perché il governo, a periodi, rispedisce a casa questi lavoratori precari. Come nel caso della campagna per ripulire l’aria di Pechino, inquinata soprattutto dai fumi di carbone provenienti dalla cintura povera, con cui si scaldavano i migranti.
Il libro tocca anche il tema attualissimo dei dazi. Infatti, il periodo di cui tratta coincide con la prima presidenza Trump, nella quale era iniziata la guerra commerciale con la Cina. Alla ricerca dell’impatto sulla società cinese di questa prima fase del conflitto dei dazi, Battaglia si reca in un distretto vocato alla produzione di articoli di plastica destinati all’esportazione. Sono addobbi natalizi, Babbi Natale gonfiabili, fiori finti, sfornati da fabbriche che forniscono una miriade di piccoli imprenditori/designer/commercianti, che li vendono in tutto il mondo. Già allora, quasi quattro anni fa, al venir meno di una parte dei clienti statunitensi, tra i clienti ci sono russi, mediorientali, soprattutto indiani… anche al livello più basso dell’industria, si cercano alternative.
Gabriele Battaglia (Milano, 1966) ha vissuto in Cina dal 2011 al 2021, oltre ad altri anni in precedenza. E’ stato corrispondente per la radio-Tv svizzera, ed é autore di “Buonanotte signor Mao” (Milieu 2017) e di “Fucili contro Burma” (Informant 2014).
Nell’immagine da wikipedia, il passo Yanmen nella provincia di Shanxi