Memorie: quell’ultimo indirizzo conosciuto

Un'iniziativa della Fondazione Memorial. Per non dimenticare le vittime delle dittature

Domenica a Mosca verrà applicata una targhetta sulla facciata del palazzo dove visse Alice Negro, cittadino italiano arrestato nel 1937 e morto in un lager staliniano nel 1944. Ne ha dato notizia Memorial Italia, parte dell’associazione Memorial creata a Mosca negli anni Ottanta del secolo scorso. Il suo terreno di azione è la memoria delle violazioni dei diritti umani e la difesa dei diritti oggi. L’attenzione è rivolta in particolare alla storia dell’Unione Sovietica e alla Russia post-sovietica con convegni, mostre, seminari, lezioni e raccolta di documentazione e memorie.  

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Ultimo indirizzo conosciuto è un’iniziativa civica che ha lo scopo di perpetuare la memoria delle vittime delle repressioni politiche commesse da e a nome dello Stato sovietico e che si ispira al progetto commemorativo europeo delle Pietre d’inciampo (Stolpersteine), creato nel 1992 in Germania per ricordare le vittime della Shoah e attivo in 650 città di 11 paesi europei. Il progetto Ultimo indirizzo conosciuto, che ha come principio fondatore il motto “Un nome, una via, una targa”, intende applicare – spiega una nota di Memorial-Italia – migliaia di targhette commemorative di modello uniforme sulle facciate degli edifici che rappresentano l’ultimo indirizzo conosciuto delle vittime delle repressioni. Grande come una cartolina, ogni targhetta commemorativa è dedicata a una singola persona, a un indirizzo preciso. L’iniziativa dell’applicazione di ogni targhetta parte a sua volta da un singolo cittadino. Il progetto prevede la creazione di una banca dati che sarà accessibile a tutti.

Per la ricerca e la verifica delle informazioni che appariranno sulle targhette commemorative, i membri dell’associazione Poslednij adres utilizzano come fonte principale la banca dati dell’associazione non governativa Memorial(Mosca), che ha raccolto informazioni archivistiche riguardanti circa 3,1 milioni di cittadini sovietici vittime delle repressioni politiche e compilato decine di Libri della memoria con i loro dati (in Russia, riguardano 12 milioni di persone).

La banca dati dell’ONG Memorial è impiegata anche per l’iniziativa Restituzione dei nomi, organizzata a Mosca ogni anno in memoria delle vittime delle repressioni: cittadini volontari vengono a leggere ad alta voce i loro nomi in piazza Lubjanka a Mosca, proprio nel luogo dove si trova la sede degli organi di sicurezza responsabili delle repressioni, che hanno avuto nomi diversi durante il periodo sovietico (OGPU-NKVD-KGB) e dove la FSB ha tuttora la sua sede. Il finanziamento dell’organizzazione, della fabbricazione e dell’installazione delle targhette commemorative è assicurato dalle donazioni dei cittadini, senza ricorso a sovvenzioni del governo. La spesa per una targhetta non supera i 4000 rubli (circa 50 euro). La targhetta del progetto Ultimo indirizzo conosciuto è stata creata a partire da uno schizzo disegnato da un noto architetto russo, Aleksandr Brodskij. Si tratta di un rettangolo di acciaio inossidabile di cm. 11 per 19. Le informazioni essenziali riguardanti la vittima sono inserite a mano in alcune righe, con dei punzoni a lettere maiuscole, a volte in due lingue.

Il 10 dicembre 2014, Giornata internazionale dei diritti dell’uomo, le prime diciotto targhette commemorative sono state installate su nove edifici di Mosca. Al 9 giugno 2020, più di 1015 targhette commemorative risultavano già installate, nel quadro del progetto Ultimo indirizzo conosciuto, in 56 città e villaggi della Russia.

(Red/Est)

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