Nel contesto generale di dissenso e chiusura c’è anche chi dice sì ai migranti. E’ questo il volto uscito dalla manifestazione di Barcellona di sabato 18 febbraio.
Almeno 160mila persone, secondo le forze dell’ordine, 300mila per gli organizzatori, hanno sfilato per le vie della città.
La richiesta della piazza era chiara: chiedere alle autorità spagnole ed europee l’apertura delle frontiere e per dare accoglienza ai rifugiati.
La Spagna è infatti di quei paesi non propriamente accoglienti. In base ad accordi europei il Paese avrebbe dovuto accettare nell’ultimo anno e mezzo circa 17mila richiedenti asilo, ma ha dato in realtà ospitalità solo a un migliaio di persone.
La marcia pacifica è stata animata da vari partiti politici e aveva in testa la sindaca Ada Colau. L’idea della sindaca è quella di fare di Barcellona una città-rifugio, accogliendo migranti e profughi.
Il paese ha poi la spina nel fianco di Ceuta e Melilla con vere e proprie fortificazioni che bloccano l’arrivo dei migranti.
Ma le barriere ovviamente non fermano i migranti. Anche pochi giorni fa in centinaia sono riusciti entrare nel territorio spagnolo di Ceuta dal Marocco.
A Ceuta è una rete di otto chilometri a cercare di impedire l’ingresso dal territorio africano.