Dossier/ Il terzo Forum delle Città e dei Territori di Pace

Si è svolto a Città del Messico del terzo Forum delle città e dei territori di Pace, l’evento, nato come “un processo di riflessione e incidenza globale, collettiva e orizzontale, che cerca di offrire soluzioni a livello politico e nell’attuazione di politiche per la costruzione della convivenza e della pace nei territori”.

La guida dell’edizione 2020-2021 era stata assunta dalla capitale del Messico nel 2019 insieme ad un comitato organizzatore del Forum composto da più di 20 istituzioni e organizzazioni internazionali. Una delle tappe fondamentali di questo processo è stata la realizzazione virtuale dell’incontro “Rumbo al Foro” nell’ottobre 2020, in cui si sono riuniti più di 100 relatori provenienti da 18 paesi. Da allora, sono state organizzate più di 20 attività, workshop e seminari online, in diverse parti del mondo (tra cui a Trento e Città del Vaticano con l’Atlante delle guerre), in cui governi locali, organizzazioni internazionali, università, società civile e gruppi hanno riflettuto sulle origini della violenza e della violenza.

La tre giorni di Città del Messico, attraverso sessioni plenarie e dialoghi regionali, ha approfondito vari temi e nuovi nuovi approcci da cui partire per pensare alla convivenza e alla pace nei territori. L’Atlante delle guerre e dei conflitti del Mondo ha partecipato al forum di Città del Messico  in particolare nel dialogo sulle città e i territori ospitali che si poneva l’obiettivo di rispondere ad alcune domande: quali sono le principali sfide che i processi migratori generano nel vostro territorio? Quali proposte o iniziative si stanno attuando per affrontare le tensioni tra popolazioni o gruppi stanziali? Come promuovere l’inclusione delle persone in movimento nei territori ospitanti e quali alleanze possono facilitare questo lavoro? Nel nostro intervento abbiamo raccontato come funziona il sistema di accoglienza dei richiedenti asilo in Italia e presentato alcune esperienze virtuose portate avanti dalla società civile come quella che era stato creato a Riace e l’attività di Resq.

Città del Messico ha ora lasciato il testimone a Bogotà, dove nel 2023 si svolgerà il nuovo Forum.

In questo dossier riportiamo alcuni dei temi trattati durante la tre giorni.

La disuguaglianza nelle città

Attualmente, nelle città si concentra il 50% della popolazione umana in tutto il mondo,. In Messico il 75% vive in una metropoli e circa un terzo nelle megalopoli. Ad affermarlo la Capa del Governo di Città del Messico, Claudia Sheinbaum Pardo, nella sezione di apertura della Terza Edizione del Forum Mondiale delle Città e dei Territori di Pace. Città del Messico insieme all’Area Metropolitana, ha detto, rappresentano una delle aree più popolate del mondo: 22 milioni di persone.

Per creare un ambiente di pace, secondo Sheinbaum Pardo è necessario sradicare le disuguaglianze e ridurre la violenza a Città del Messico. Per farlo “l’amministrazione attua azioni per garantire l’accesso a grandi diritti come l’istruzione, la salute, la casa, lo spazio pubblico e l’acqua”.

“Questa profonda disuguaglianza – ha affermato – che esiste nel mondo e in particolare nel nostro Paese e nella nostra città, è proprio ciò che stiamo cercando di cambiare (…) l’unico modo, dal nostro punto di vista, per ridurre le grandi disuguaglianze è investire dove c’è meno e generando la possibilità di accesso a grandi diritti: il diritto all’istruzione, alla salute, alla casa, il diritto delle donne ad avere pari accesso ai diritti degli uomini, il diritto all’acqua, alla mobilità sostenibile”.

Contro la violenza di genere

Nonostante le violazioni dei diritti umani colpiscano sia uomini che donne l’impatto della violenza varia a seconda del sesso della vittima. Nel dialogo sulla violenza di genere nelle città a cui hanno partecipato attiviste femministe di tutti i Continenti, la violenza è direttamente collegata alla distribuzione ineguale del potere e alle relazioni asimmetriche stabilite tra uomini e donne, che perpetuano la svalutazione del femminile e la sua subordinazione al maschile.

Il dibattito è stato centrato sulla ricerca dei valori che consentano l’eliminazione degli stereotipi dell’impianto patriarcale, promuovano una mascolinità non tossica e incorporino la prospettiva di genere nella progettazione delle nostre azioni. 

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