Dossier/ Diritti delle donne: buone e cattive nuove del 2022

Il 2022 è stato un anno ambivalente per i diritti delle donne. Se si sono verificati clamorosi passi indietro, ci sono da segnalare anche piccole e grandi buone nuove. Tra le cattive notizie c’è senza dubbio il restringimento del diritto di aborto negli Stati Uniti, dei diritti delle donne in Afghanistan, l’aumento della violenza di genere, rivolta anche alle attiviste e alle difensore dei diritti umani in generale. Nel 2022 le donne hanno poi continuato a ricevere attacchi aggressivi, soprattutto via web e si può affermare che tuttora l’universo femminile possiede solo tre quarti dei diritti legali di cui invece godono ragazzi e uomini. La pandemia di Covid 19 ha inoltre messo in luce le dimensioni della disuguaglianza di genere, in particolare nei Paesi in via di sviluppo e nelle economie più in difficoltà e basate sul settore informale e sommerso. Ma non tutto è stato da buttare. In questo dossier si segnalano alcuni ‘esempi virtuosi’ e buone nuove in ambito legislativo e non solo.

I precedenti dossier sul tema:

Dossier/ Iran, Afghanistan e Golfo: i diritti violati delle donne

Dossier/ Il diritto all’aborto nel Mondo: a che punto siamo

Ancora allarme violenza di genere

La violenza di genere continua senza sosta in tutto il Mondo. Ben 45.000 donne e ragazze in tutto il Mondo sono state uccise da partner intimi o familiari solo nel 2021: una donna ogni 11 minuti. Più di 5 donne o ragazze vengono uccise ogni ora da qualcuno della loro stessa famiglia e meno del 40% delle donne che subiscono violenza cerca aiuto di qualsiasi tipo.  La cifra è ancora più devastante se si considera che include solo la violenza del partner o della famiglia e non tiene conto della violenza nei confronti delle donne che usano la loro voce come leader politici e difensori dei diritti umani. Nel 2022 si poteva ancora affermare che 1 donna su 3 subisce violenza di genere nel corso della sua vita, 1 donna su 4 subisce violenza durante la gravidanza e che ogni anno nel mondo vengono segnalati 5.000 “delitti d’onore” .

La pandemia di Covid19 ha portato a un aumento della violenza contro le donne in tutto il mondo e la situazione ha continuato a peggiorare nel 2022 con le crisi congiunte legate al cambiamento climatico, ai conflitti globali e all’instabilità economica. UN Women e l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine hanno affermato che le cifre sono “allarmanti”, ma è probabile che il numero reale di femminicidi sia molto più alto: almeno quattro morti su 10 nel 2021, infatti, non sono state conteggiate tra i femminicidi perché non c’erano dati sufficienti.

Il numero più alto di femminicidi ‘domestici’ è stato in Asia, con 17.800 morti. La pandemia di Covid19 nel 2020 ha coinciso con un aumento significativo dei femminicidi in Nord America e nell’Europa occidentale e meridionale e i dati provenienti da 25 Paesi in Europa e nelle Americhe indicano che gli aumenti sono stati in gran parte dovuti agli omicidi di membri della famiglia diversi da mariti e partner.

Le vittorie del 2022

Una prima buona nuova dell’anno appena trascorso è stata la legalizzazione dell’aborto in Colombia. A febbraio, la corte costituzionale ha depenalizzato l’interruzione di gravidanza durante le prime 24 settimane di gestazione. Prima di questo atto il Paese consentiva l’aborto solo in situazioni potenzialmente letali come malformazioni fetali, quando la salute della madre era a rischio, o quando la gravidanza è stata il risultato di uno stupro o di un’inseminazione non consensuale. Questa si è aggiunta a una serie di vittorie legali per i diritti riproduttivi in paesi dell’America Latina come il Messico e l’Argentina, che negli ultimi anni hanno migliorato l’accesso all’aborto. Sullo stesso tema interessante anche il caso dell’India, dove la Corte Suprema ha concesso, nel 2022, a tutte le donne l’accesso all’aborto fino a 24 settimane di gravidanza. In precedenza, alle donne non sposate il limite era fissato in 20 settimane.

Una terza good news viene dalla Spagna, dove si è aperta la strada a una legge sulla salute sessuale e riproduttiva per le donne. A maggio, il parlamento spagnolo ha presentato un disegno di legge che mette il consenso al centro delle misure per prevenire, proteggere e perseguire la violenza sessuale e lo stupro. Il testo è stato approvato a dicembre. Un altro caso arriva dall’Ucraina, dove nel mese di giugno i membri del parlamento hanno votato per ratificare la Convenzione di Istanbul, riconosciuta a livello globale come il trattato internazionale di più ampia portata per affrontare la violenza contro le donne stabilendo standard minimi giuridicamente vincolanti per i governi europei per la prevenzione, la protezione e il perseguimento della violenza domestica e sessuale.

Nel 2022 in numerosi Paesi sono state elette le loro prime leader politiche. L’anno è iniziato con la prima presidente donna dell’Honduras, Xiomara Castro. Tra i pionieri anche la 44enne ungherese Katalin Novak, stretta alleata del primo ministro Viktor Orban, che è diventata la prima donna presidente del Paese e la Presidente più giovane di sempre. Da segnalare poi l’attivismo delle donne iraniane che da settembre hanno guidato le proteste contro il regime in seguito alla morte della 22enne Masha Amini. Proteste che si sono trasformate in un movimento nazionale contro l’applicazione della legge islamica da parte del Governo e si sono diffuse in tutto il Mondo.

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