Dossier/ Un mondo di discriminazioni per le comunità lgbti (1)

Sono 69 i Paesi del mondo in cui l’omosessualità viene ancora criminalizzata. A dirlo è l’organizzazione Ilga World (The International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association), che ogni anno pubblica un report sull’omofobia sponsorizzata dallo Stato. Il riconoscimento dei diritti delle persone  lgbti (lesbica, gay, bisessuale, transgender, intersessuale) rientra tra gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e in particolare coinvolge il goal 10, ovvero quello che punta a ridurre l’ineguaglianza all’interno di e fra le Nazioni.

In questo dossier analizziamo la questione partendo dal continente africano.

*In copertina Photo by Markus Spiske on Unsplash

Alcuni dati dal report 2020 di Ilga

Ci sono 124 Stati (il 64% degli Stati membri delle Nazioni Unite) in cui gli atti sessuali omosessuali consensuali tra adulti sono legali. 69 Stati membri delle Nazioni Unite continuano a criminalizzare gli atti sessuali omosessuali consensuali tra adulti (67 per esplicite disposizioni di legge, 2 de facto ). Inoltre, questi atti sono criminalizzati in un territorio non indipendente (Isole Cook, Nuova Zelanda) e in alcune giurisdizioni all’interno di due Stati membri delle Nazioni Unite (Gaza in Palestina e alcune province in Indonesia)

In 6 Stati la pena di morte è la pena legalmente prescritta per atti sessuali omosessuali consensuali: Brunei, Iran, Mauritania, Nigeria (solo 12 Stati del nord), Arabia Saudita e Yemen. In altri 5 Stati – Afghanistan, Pakistan, Qatar, Somalia (compreso il Somaliland) e gli Emirati Arabi Uniti – alcune fonti indicano che la pena di morte potrebbe essere potenzialmente imposta per condotta omosessuale consensuale, ma c’è meno certezza giuridica sul importa.

Almeno 42 Stati hanno barriere legali alla libertà di espressione su questioni di orientamento sessuale e identità di genere e in almeno 51 Stati membri delle Nazioni Unite hanno barriere legali alla formazione, istituzione o registrazione di ONG che lavorano su questioni legate alla diversità sessuale e di genere.

Una panoramica africana

Nel continente africano ci sono 31 Stati in cui l’omosessualità è criminalizzata, mentre 22 sono quelli in cui l’omosessualità è legale. Gli ultimi a depenalizzare sono stati il Botswana, tramite una sentenza all’Alta Corte, l’Angola, con una riforma del codice penale adottata a larga maggioranza e il Gabon. Il Sudan nel luglio 2020 il Sudan ha abrogato la pena di morte per atti sessuali omosessuali consensuali. In Sudafrica le persone lgbti godono (almeno sulla carta) di pari diritti rispetto agli eterosessuali (il matrimonio egualitario è stato introdotto già nel 2006).

Secondo Amnesty International, in MauritaniaNigeria e Somalia, chi appartiene alla comunità lgbti rischia la pena di morte. L’omosessualità è punita con il carcere in molti altri Paesi del Continente. Le leggi più severe si trovano in GambiaSierra Leone, Uganda, Kenya, Tanzania, Zambia, dove è previsto perfino l’ergastolo. In Stati come l’Eritrea e il Sud Sudan  le persone lgbti possono subire condanne dai 7 ai 10 anni.

Sia la Libia che il Camerun prevedono la detenzione fino a 5 anni.  In Marocco la detenzione è fino a 3 anni, così come in GhanaGuineaTogo e Tunisia. In Algeria e Ciad di prevedono due anni di carcere, mentre in Liberia e Zimbabwe un anno.  In molti dei Paesi menzionati sono poi previste anche sanzioni economiche.

A questi si aggiunge l’Egitto, dove l’omosessualità non è criminalizzata per legge ma di fatto, come dimostrano diversi report. In 22 stati su 54, tra cui Niger, Mali, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Congo, Gabon, Madagascar, per la comunità lgbti non è prevista alcuna protezione, né criminalizzazione specifica ma, rileva Amnesty, il fatto che rapporti consensuali tra persone dello stesso sesso siano definiti legali, non impedisce comunque episodi, anche gravi, di discriminazione e stigma sociale.

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