Dossier/ Verso le europee: il Parlamento Ue

a cura di Alice Pistolesi

Il 26 maggio 2019 i cittadini degli Stati che compongono l’Unione Europea saranno chiamati a votare i propri rappresentanti del Parlamento. Le Istituzioni europee, spesso avvertite distanti, dalle popolazioni incidono sulle nostre vite più di quanto si possa pensare.

Per districarsi in Europa e nelle sue leggi e per fornire qualche scenario futuro la redazione dell’Atlante delle guerre ha deciso di dedicare al tema una serie di dossier specifici. Questo il primo.

Elezioni e partiti

Le elezioni del Parlamento si svolgono ogni cinque anni a suffragio universale diretto. Le leggi elettorali variano da Paese a Paese ma le le norme europee stabiliscono che il sistema deve essere proporzionale. Ogni Paese vota per liste e partiti nazionali ma, una volta eletti, gli eurodeputati entrano a far parte di gruppi politici sovranazionali.

I partiti europei sono stati introdotti dal trattato di Maastricht del 1992. Si tratta di federazioni di partiti nazionali uniti da idee o posizioni condivise. Non esprimono quindi liste di candidati comuni alle elezioni europee. Una volta eletti i deputati si riuniscono in gruppi politici e sono organizzati non in base alle nazionalità ma per affinità politiche. I gruppi che compongono il Parlamento sono ad oggi otto.

Un gruppo politico è composto da un numero minimo di 25 deputati e rappresenta almeno un quarto degli Stati membri. Un deputato non può aderire a più gruppi politici. I deputati che non aderiscono a nessun gruppo politico sono ‘deputati non iscritti’. Ogni gruppo politico si dà una propria organizzazione interna ed elegge un presidente (o due copresidenti nel caso di alcuni gruppi) e un ufficio di presidenza. Prima di ogni votazione, i gruppi politici esaminano le relazioni elaborate dalle commissioni parlamentari e presentano emendamenti. La posizione adottata dal gruppo politico, come nel caso nazionale, non obbliga il deputato a votare in quella direzione.

I gruppi ad oggi attivi sono il Gruppo del Partito popolare europeo (Democratici cristiani), il Gruppo dell’Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo, il Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei, il Gruppo dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa, il Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica, il Gruppo dei Verdi/Alleanza libera europea, il Gruppo Europa della Libertà e della Democrazia diretta e il Gruppo Europa delle Nazioni e della Libertà.

Voto volatile e una classificazione

Alle elezioni europee il voto è volatile. A dirlo è il rapporto Ecfr (European Council on Foreign Relations). Lo studio mostra infatti che l’elettorato europeo si trova in uno “stato volatile piuttosto che polarizzato”, secondo Mark Leonard, direttore di Ecfr e che le “fasce di elettori si muovono fluidamente tra partiti di destra e di sinistra”.

Il rapporto divide gli elettori europei in quattro gruppi: “Casa Stark” o i “Credenti nel Sistema” sono finanziariamente soddisfatti ed hanno un livello di istruzione secondaria o superiore. Si trovano principalmente in Germania, Austria, Repubblica Ceca, Danimarca e Svezia e credono che il sistema europeo e nazionale “funzioni”.

Ci sono poi “I Daeneryses”, o “Pro-Europeisti Dimenticati” rappresentati in Ungheria, Polonia, Romania, Slovacchia e Spagna. Sono scettici nei confronti del sistema politico nazionale ma favorevoli ai valori europei. Questi elettori hanno redditi mediamente più bassi e sono i più giovani.

Troviamo poi in particolare in Francia, Grecia e Italia, “Gli Sparrows” o “Gilets Jaunes”. Questi elettori non hanno fiducia nei politici e nei sistemi politici a livello nazionale o europeo, hanno circa 50 anni e una forte rappresentanza femminile.

Infine ci sono i “Free Folk of the North” o “Nazionalisti Euroscettici”. Concentrati soprattutto in Austria, Danimarca e in Italia, sentono che il sistema politico del loro paese funziona e vorrebbero accentrare maggiori poteri a livello nazionale, penalizzando i sentimenti europeisti. Questo gruppo comprende elettori ideologicamente più a destra.

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