Dossier/Popoli e conflitti: i curdi

a cura di Alice Pistolesi

Il popolo curdo è al centro di più conflitti. Tutte le regioni curde, escluso forse quelle che insistono sul territorio dell’Iran, sono martoriate da guerre. In conflitto aperto si trovano i curdi siriani e quelli iracheni. Subiscono poi repressioni e attacchi anche, forse soprattutto, quelli che abitano in Turchia. L’importanza geopolitica del Kurdistan, a cavallo tra quattro stati, insieme alle notevoli risorse petrolifere e idriche del suo territorio, ha da sempre ostacolato, la creazione di uno stato indipendente.

I curdi in quanto popolo si ritrovano quindi a vivere situazioni ben distinte, a richiedere di poter parlare la propria lingua e osservare le proprie tradizioni, da un parte, a combattere apertamente nei conflitti regionali, dall’altra. Di seguito riportiamo alcune di queste situazioni.

I curdi in Siria e in Iran

I curdi in Siria sono una comunità minoritaria che abita soprattutto nelle zone settentrionali del Paese. La maggior parte dei curdi abita principalmente in Turchia e Iraq. In Siria, i curdi vivono soprattutto nelle province di Al Hasakah e di Aleppo. In Siria si trova anche la regione del Rojava (vedi focus 2).

I curdi sono parte attiva del conflitto in Siria. Le milizie Ypg (maschili) e Ypg (femminili) sono state e sono tra gli attori principali nella guerra. Alleati degli Stati Uniti contro il sedicente Stato Islamico e ora nello scontro con la Turchia. Dal settembre 2014 i bombardamenti e i raid della coalizione statunitense sono diventati i principali aiuti di natura militare ai curdi siriani.

Damasco ha verso le Ypg un atteggiamento ambivalente. Da una parte teme l’indipendenza della regione, dall’altra la ritiene un alleato in funzione anti turca. Il primo vero attacco di Ankara contro i curdi siriani è del gennaio 2018 con l’operazione “Ramoscello d’Ulivo” che mirava a conquistare il cantone di Afrin ai danni delle forze Ypg. In seguito all’offensiva molti curdi di Afrin sono costretti ad andarsene, provocando un forte esodo. Erdogan più volte ha minacciato di ripetere questa operazione anche a Manbji.

Una situazione diversa è invece quella che vivono i curdi in Iran. Nella Paese abitano tra i dodici e i quindici milioni di curdi. Qui sono attivi alcuni partiti politici curdi come la Società Democratica e Libera del Kurdistan orientale, Kodar, il Partito della Vita Libera del Kurdistan, Pjak, la Società delle Donne Libere del Kurdistan orientale, Kjar e la Società della Gioventù del Kurdistan orientale, Kcr. In particolare, Il Kodar propone un modello di autonomia democratica all’avanguardia rispetto alla situazione politica dei Paesi del Medio Oriente.

I curdi in Turchia

La repressione dei curdi in Turchia non è una novità e non è nata con Erdogan. Nonostante questo si può però affermare che con la sua presidenza la situazione sia quantomeno peggiorata. Almeno dal 2015, anno delle elezioni che non hanno consentito a Erdogan di ottenere una maggioranza tale da poter modificare la Costituzione del Paese, la repressione nei confronti dei curdi si è fatta più stringente.

Tra i metodi utilizzati ci sono stati gli arresti di centinaia di persone tra cui sindaci, giornalisti, attivisti, il commissariamento di centinaia di comuni, bombardamenti e distruzioni di intere città (oltre venti) e del centro storico di Diyarbakır. Ai curdi in Turchia è impedito parlare la lingua curda e osservare le proprie tradizioni, pena la repressione. Tutti i giorni i curdi in Turchia combattono una guerra psicologica, fatta di maltrattamenti sistematici.

La questione dei curdi turchi si lega molto con quella dei curdi siriani. Una delle preoccupazioni forti della Turchia è quella di impedire alle Forze Democratiche Siriane e al popolo curdo di ottenere successi militari e politici in Rojava. Il presidente turco ha infatti più volte dichiarato che: “Non permetteremo mai la nascita di uno Stato autonomo nel nord della Siria lungo il nostro confine meridionale. Continueremo la nostra lotta a qualunque costo”.

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