Dossier / UE, con i fondi di coesione e del PNRR nuovi missili e munizioni

Si chiama Act in Support of Ammunition Production (ASAP). Ovvero legge a supporto della produzione di munizioni. È stata varata dalla Commissione Europea il 3 maggio 2023, dopo averla messa a punto il 20 marzo. Si tratta di “una proposta di regolamento per sostenere l’industria dell’Unione Europea nell’aumentare la propria capacità di produzione di munizioni e missili”. L’obiettivo della nuova misura è “fornire urgentemente all’Ucraina” tali componenti d’arma e “aiutare gli Stati membri a ricostituire le proprie scorte”, anche attraverso un “approvvigionamento congiunto”. Il sostegno finanziario verrà fornito sotto forma di sovvenzioni per tutta una serie di azioni, che “contribuiranno agli sforzi dell’industria europea della difesa per aumentare le proprie capacità produttive e affrontare i colli di bottiglia individuati”. In particolare, sono sei i punti stabiliti dalla Commissione Europea: 1) Ottimizzare, espandere, ammodernare, migliorare e riconvertire le capacità esistenti del comparto 2) Creare nuove capacità produttive 3) Istituire partenariati industriali transfrontalieri, anche pubblico-privato, finalizzati, ad esempio, a garantire l’accesso alle scorte ora riservate di componenti strategici o materie prime 4) Rendere disponibili o realizzare picchi produttivi riservati 5) Per far fronte all’obsolescenza, ricondizionare o stabilire processi di collaudo finalizzati a rendere utilizzabili missili e munizioni esistenti 6) Formare e riqualificare la forza lavoro correlata.

* Nella foto in copertina, il Salone internazionale delle armi e delle tecnologie militari in Russia © ID1974/Shutterstock.com

* Nella foto sotto, lo stand al Salone di Torino del gruppo italiano Leonardo (prima azienda del comparto difesa per grandezza e decima al mondo) © Antonello Marangi/Shutterstock.com

(Red/Est/ADP)

Aumentare e accellerare la produzione di munizioni nell'UE

“L’Ucraina sta resistendo eroicamente al brutale invasore russo. Manteniamo la nostra promessa di sostenere questo Paese e il suo popolo, per tutto il tempo necessario”, ha dichiarato la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, nel presentare questa nuova misura. “Ma i coraggiosi soldati ucraini – ha poi aggiunto – hanno bisogno di attrezzature militari sufficienti per difendere il loro Paese. L’Europa sta rafforzando il proprio sostegno su tre binari. In primo luogo, gli Stati membri stanno fornendo munizioni aggiuntive provenienti dai loro stock esistenti, con il sostegno del nuovo Fondo Europeo per la Pace di 1 miliardo di euro”. Quello di cui parla la von der Leyen è l’European Peace Facility (EPF), uno strumento inquadrato nella Politica Estera di Sicurezza Comune (PESC) messo in campo il 22 marzo 2021 dall’Unione Europea per sostenere con risorse fuori bilancio i Paesi terzi partner in tutto il mondo nel prevenire i conflitti, costruire la pace e rafforzare la sicurezza internazionale. È utilizzando questo fondo che il 28 febbraio 2022, quattro giorni dopo l’invasione russa dell’Ucraina, il Consiglio Europeo ha approvato la fornitura di attrezzature militari alle forze armate ucraine. Una decisione senza precedenti, con la quale l’Unione Europea, un’organizzazione sovranazionale di tipo politico, ha iniziato ad armare uno Stato non membro direttamente impegnato in una guerra. Tornando al discorso con cui la Presidente della Commissione Europea ha presentato l’ASAP, il secondo binario messo in campo dall’UE è che “insieme agli Stati membri, acquisteremo congiuntamente più munizioni per l’Ucraina e metteremo a disposizione un ulteriore miliardo di euro per questo. Oggi consegniamo il terzo binario”, ha infine spiegato la von der Leyen: “Aumentare e accelerare la produzione industriale di munizioni per la difesa in Europa”.

Possibilità di usare i fondi di coesione e del PNRR

Per l’ASAP, la Commissione Europea propone di stanziare 500 milioni di euro provenienti dalla riassegnazione di diversi strumenti, “in particolare il Fondo Europeo per la Difesa e il Futuro” (EDIRPA). Ma non solo. Perché, fin dall’inizio, Bruxelles ha detto agli Stati membri che, se vogliono, possono incrementare la produzione di munizioni e missili anche dirottando le risorse del Next Generation EU (detto anche Recovery Found, Recovery Plan o PNRR): il fondo da 750 miliardi di euro per la ripresa europea approvato nel luglio 2020 dal Consiglio Europeo in seguito alla pandemia causata dal Covid-19. Una possibilità che non piace a tutte le nazioni dell’Unione Europea. In alternativa possono impiegare le risorse del Fondo Strutturale di Coesione, istituito nel 1994 per finanziare progetti a favore dell’ambiente e della rete trans-europea negli Stati membri il cui reddito nazionale lordo (RNL) pro-capite è inferiore al 90% della media dell’UE. Nella programmazione 2014-2020 oltre 63,4 miliardi di euro stanziati per 15 Stati membri (Bulgaria, Cechia, Cipro, Croazia, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia e Ungheria), aumentati a 73,5 miliardi per il periodo 2021-2027. Il Commissario Europeo al Mercato Interno, Thierry Breton, lo ha ribadito l’8 maggio 2023 davanti all’Europarlamento convocato in assemblea plenaria a Strasburgo, dove era in corso il dibattito per l’approvazione di questa nuova legge a supporto della produzione di munizioni utilizzando la procedura d’urgenza. La Commissione conta su una rapida adozione di questo provvedimento, prima dell’estate 2023. “Il testo proposto non prevede alcun obbligo”, ha subito chiarito Breton rispondendo alle obiezioni di diversi Parlamentari europei. “Stiamo solo sottolineando che, se gli Stati membri lo desiderano, possono utilizzare i fondi di coesione e il Recovery”. Il Commissario Europeo al Mercato interno ha poi argomentato: “Durante le mie visite ai siti produttivi europei, ho avuto modo di constatare, in particolare e soprattutto in alcuni Paesi, dell’Est Europa ma non solo, che molti di questi stabilimenti in passato sono stati il fulcro di un importante tessuto economico. Adesso questo tessuto è più debole, ma è chiaro che partecipando nuovamente a questa esigenza comune, è anche questo tessuto che rilanceremo”, ha promesso Breton. “Attorno ad essa si riorganizzerà un’intera economia locale e territoriale. Perciò, siamo anche negli obiettivi dei fondi di coesione”, ha precisato il Commissario Europeo al Mercato Interno. “Ovviamente – ha poi ribadito all’Europarlamento – solo se alcuni Stati membri lo vorranno”.

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