Nuovi dazi: le paure del mondo economico

di Alice Pistolesi

Aumentare i dazi doganali per le merci europee. Per il momento più che un’azione vera e propria è una minaccia che sta però preoccupando non poco le economie europee, tra cui quella italiana.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato dei dazi ‘punitivi’ in conseguenza di una bando europeo sulle carni provenienti dall’America e trattate con gli ormoni.

Per il momento comunque il Congresso ha ‘solo’ approvato una legge nel 2015 che rende più facile l’applicazione di dazi punitivi.

Sulla questione si è pronunciato il WTO. L’organizzazione mondiale del commercio ha infatti puntualizzato che l’economia americana  potrebbe applicare dazi, solo su importazioni per un valore di 116,8 milioni di dollari, pari cioè al danno subito dall’Europa sulle carni.

La Border Adjustment Tax sarebbe quindi una risposta economica ad uno smacco economico, in poche parole.

A farne le spese anche diverse eccellenze italiane, come ad esempio la Vespa Piaggio. Nei possibili dazi sono infatti finiti anche cicli e motocicli di cilindrata fino a 250 cc e le moto fino a 500 cc.

Non solo la Vespa ma anche grandi aziende, come la Perrier (Nestlè, che produce anche la San Pellegrino) e il formaggio Roquefort.

Tra gli intenti di Trump ci sarebbe anche la sua volontà di intervenire sul deficit della bilancia commerciale. Per farlo il presidente ha quindi in ponte, oltre a questo intervento anche un decreto sui dazi anti dumping.

Aumentare i dazi in ogni caso potrebbe significare più povertà.  Secondo molti i Paesi più poveri sarebbero infatti i primi a vedere ridotte le proprie esportazioni, perché non più competitivi. In questa analisi anche i consumatori non se la passerebbero meglio: sarebbe infatti inevitabile un aumento di prezzi.

Questa minaccia va nella direzione annunciata da Trump in campagna elettorale, quando inveiva contro le grandi economie, in primis la Cina, con la quale però sembra ora aver placato le ire.

Sulla questione è intervenuta anche Fitch, una della maggiori agenzie di rating.

“Ancora una volta il rischio è che a farne le spese sia “la disuguaglianza su scala globale” che potrebbe “rifornire i populismi e il malcontento verso la globalizzazione”.

In questi contesto di tensione e battaglie economiche transnazionali si prepara il g7 che si terrà a maggio a Taormina, il primo con il nuovo presidente Usa.

Nello scenario, sullo sfondo, la nuova guerra sui dazi, la Brexit e le attese elezioni francesi.

Il premier italiano Gentiloni ha riassunto l’obiettivo del vertice: “prendere posizione di fronte a scelte di fondo che non tollerano ambiguità. Bisogna rinnovare la fiducia nei confronti dell’economia e delle società aperte su cui abbiamo costruito decenni di benessere”.

Bisogna scommettere ancora sul libero mercato e la libertà di commercio, il più grande motore economico della storia” ha sottolineato.

Altra data in agenda per l’economia mondiale quella del vertice Nato del 25 maggio, con all’ordine del giorno la discussione sull’aumento della spesa militare.

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