Padre Alex: «La grande bugia»

di Andrea Tomasi

La guerra? Una cosa normale, ormai accettata, digerita come i cenoni di Capodanno. I grandi media occidentali celebrano la fine del 2016 come l’anno della morte delle grandi icone della musica anni ’80 (l’ultima, perfetto contenuto degli scarni telegiornali di Natale, quella del britannico George Michael), ma l’anno appena passato dovrebbe essere ricordato come quello della Terza Guerra Mondiale a pezzetti, per usare le parole di papa Francesco. «Una guerra spaventosa – ricorda su Nigrizia il missionario comboniano Alex Zanotelli – che ha il suo epicentro in Medio Oriente e ha mostrato tutta la sua ferocia, disumanità e orrore nell’assedio della città martire Aleppo in Siria. Una guerra che attraversa anche l’intera Africa da est a ovest, dalla Somalia al Sudan (Darfur e Monti Nuba), dal Sud Sudan al Centrafrica, dalla Nigeria (Nord) alla Libia, dal Mali al Gambia. Senza dimenticare i massacri in Burundi e nella Repubblica democratica del Congo (Beni). Desolanti conflitti si estendono dallo Yemen all’Afghanistan, guerre combattute con armi sempre più sofisticate e sempre più a pagarne le spese sono i civili». Il pacifista Zanotelli ci rammenta ciò che in fondo già sappiamo: questo bagno di sangue è possibile perché dietro le quinte «ci sono interessi, piani geopolitici, avidità di denaro e di potere, c’è l’industria delle armi che sembra essere tanto importante». E mentre l’occidente balla al ritmo di «Careless Whisper», pensando agli “spensierati” anni ’80, c’è chi brinda al nostro disinteresse e alla nostra ignoranza. Zanotelli spiega che gli interessi in ballo sono quelli dei trafficanti di morte: «È l’industria delle armi, fiorentissima oggi, a gioire di tutto questo. Secondo i dati Sipri (Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma), a livello mondiale, investiamo quasi 5 miliardi di dollari al giorno in armi. A livello italiano, secondo l’Osservatorio sulle spese militari (Mil€x), spendiamo 64 milioni di euro al giorno. L’industria italiana delle armi esporta in tutto il mondo. In questo periodo abbiamo venduto bombe all’Arabia Saudita e al Qatar, che poi le hanno date a gruppi armati legati a Al-Qaida come a Jabhat al –Nusra in Siria. E tutto questo nonostante la legge 185/90 vieti la vendita di armi a Paesi in guerra e a Paesi dove vengono violati i diritti umani». E dalle pagine dell’Atlante delle Guerre abbiamo raccontato delle bombe Made in Sardegna. «L’Italia nel 2015 ha esportato armi per un valore di oltre 7 miliardi di euro in Paesi in guerra o dove sono violati i diritti umani. Ma come fanno i nostri governi a parlare di legalità quando agiscono in maniera così illegale? È la grande Bugia. «La violenza esiste solo con l’aiuto della Bugia», diceva Don Berrigan, il gesuita nonviolento americano scomparso lo scorso anno». Il missionario trentino invita alla protesta. Dice di scendere in piazza, di urlare. Invita anche alla disobbedienza civile: «Dobbiamo avere il coraggio di violare la legge, di farci arrestare, di andare in prigione. Questo sarebbe il dovere prima di tutto dei religiosi, dei preti, delle suore: sull’esempio dei fratelli Berrigan e delle suore domenicane che, negli Stati Uniti qualche decennio fa, si sono fatti anni di carcere per loro impegno contro la guerra in Vietnam e la bomba atomica». Cita Gandhi, Khan Abdul Ghaffar Khan, Martin Luther King». È passato il tempo in cui i buoni possono rimanere in silenzio, dice. Invita ad alzare la voce, ma finora sembra di sentire solo un sussurro senza interesse. Careless whisper.

http://www.nigrizia.it/notizia/costruttori-di-pace-non-possiamo-rimanere-in-silenzio/blog

Le «bombe biscottate» della Sardegna

foto tratta da http://www.coopaccoglienza.it/famiglie-in-rete-incontro-alex-zanotelli/

 

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