Palestina, la protesta nonviolenta dei movimenti giovanili

Da anni i gruppi Youth of Sumud e Youth against Settlments organizzano forme di resistenza all'occupazione israeliana. Entrambi i leader sono stati arrestati

di Alice Pistolesi

Sono ancora storie di occupazioni, manifestazioni e arresti quelle che arrivano dalla Palestina. Al centro della repressione, tra gli altri, anche due movimenti giovanili: Youth of Sumud e Youth Against Settlments. Youth of Sumud è un progetto di resistenza nonviolenta nel territorio di Sarura, alle porte del deserto del Negev, dove, prima dello sgombero forzato del 1999, esisteva un villaggio. Sarura era stato evacuato dall’esercito per fare spazio ad aree di addestramento militare, ma un gruppo di At Tuwani e altri villaggi vicini si sono riappropriati dell’area e hanno fondato il ‘Sumud Freedom Camp’. Il villaggio si trova in area C, ovvero completamente sotto il controllo di Israele. Proprio a causa di questa lettera e di tutto quello che comporta non è stato possibile costruire case né piantare tende: per questo il movimento ha scavato nella roccia e ampliato le caverne presenti nel territorio per stabilirvisi e per impedire ai coloni di impossessarsi del territorio.

Youth of Sumud è riuscito a più riprese a respingere i tentativi di evacuazione del villaggio e ha deciso, come forma non violenta di resistenza, di non sottostare ai divieti di coltivazione delle terre e di accesso alle terre da parte dei pastori. Come descrive Assopace Palestina “gli abitanti del territorio sono contadini e pastori costretti a lavorare con difficoltà e a pascolare il loro bestiame in una terra aspra e arida”. Le terre più fertili sono state infatti sottratte ai palestinesi dall’esercito israeliano per far posto agli insediamenti israeliani.

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Nella notte tra l’8 e il 9 gennaio l’esercito israeliano ha fatto irruzione all’interno del villaggio di At–Tuwani per prelevare il leader del movimento giovanile, l’attivista e pastore 23enne Hussein Hureini. Secondo l’accusa, come riportato da Haaretz, Sami Huraini, durante la manifestazione di venerdì 8 ha spinto un soldato, lo ha colpito con una bandiera e preso a calci. È accusato di aver ostacolato un soldato e violato un ordine di chiusura militare. La manifestazione in questione nasceva in solidarietà ad un altro giovane attivista è stato ferito da una pallottola e si trova in ospedale in pericolo di vita e paralizzato mentre stava difendendo un gruppo elettrogeno che i soldati stavano confiscando.

Sami Huraini, come dichiarato dal movimento giovanile, è stato rilasciato nella giornata di ieri sotto cauzione, con l’obbligo di firma due volte al giorno e con il divieto di partecipare a qualsiasi manifestazione o protesta organizzata contro l’occupazione. Anche un altro movimento giovanile non violento, Youth Against Settlments, si trova nel mirino dell’esercito israeliano. Issa Amro, tra i più noti attivisti palestinesi e fondatore di Youth Against Settlments, è stato condannato il 6 gennaio dalla corte militare israeliana di Ofer con le accuse di proteste senza permesso, interruzione delle attività dell’esercito e per aggressione. Alcuni dei reati che gli vengono contestati si riferiscono alla partecipazione a una serie di proteste a Hebron risalenti al 2010, un sit-in del 2012 in cui Amro e altri attivisti chiedevano la riapertura della sede del comune di Hebron.

Dal 2006 Youth Against Settlements (Yas) protesta contro la continua espansione delle colonie, la confisca di terre e le aggressioni dei coloni in particolare a Hebron e nel Sud della Cisgiordania. Il gruppo documenta costantemente le violazioni di diritti umani attraverso videocamere e fotocamere. Gli attivisti YA svolgono inoltre attività di supporto alle famiglie aiutandoli, ad esempio, a riparare i danni alle case causati da coloni ed esercito. Il centro YAS si trova all’interno della zona H2, sotto il controllo amministrativo e militare israeliano. La sede è sorvegliata giorno e notte dall’esercito, che più volte ha fatto irruzione negli spazi. Negli anni molti volontari sono stati arrestati.

*In copertina foto della manifestazione di venerdì 8 gennaio tratta dalla pagina Facebook Youth of Sumud

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