Con la convalida del 50,2 percento di consensi a Pedro Castillo da parte del Comitato elettorale, e dopo che le proteste di Kiki Fujimori sono state definite “non appoggiate da prove“, la presidenza del Perù dovrebbe andare al docente e sindacalista contro la figlia dell’ex-presidente (1990.2000) Alberto. Ma la reazione della Fujimori, che pur non potendo esibire le accuse con evidenze, ha accusato di brogli il suo avversario ha acceso le preoccupazioni per il mantenimento della pace nel Paese andino. Al riguardo, l’ ‘Alta Commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, ha invitato alla “calma per evitare nuove fratture sociali” in Perù, dove ancora non si conosce il risultato finale del secondo turno delle elezioni presidenziali del 6 giugno. “Mi preoccupa constatare come quella che dovrebbe essere una celebrazione della democrazia stia diventando un focolaio di divisione” ha detto.
Il “non si conosce ancora il vincitore” fa riferimento all’ufficializzazione del risultato, che deve attendere la decisione delle autorità di controllo. Che potrebbero tardare settimane. Da qui la preoccupazione della Bachelet, che vede anche i rischi della tensione che divide in due il Perù.
(Red/Est)
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Nell’immagine, Pedro Castillo