Premio Cagnoni ad Ambiente e Guerra in Myanmar

Il concorso dedicato al fotografo scomparso nel 2018

Anush Babajanyan con Battered Waters  è la vincitrice della terza edizione edizione del Romano Cagnoni Award. Un lungo viaggio attraverso quattro paesi dell’Asia Centrale per raccontare la crisi idrica che colpisce questi territori e la straordinaria capacità di reazione e resilienza da parte delle popolazioni incontrate. La giuria si è infine espressa per la menzione speciale per il progetto: Inside Myanmar’s Armed Revolution, di Siegfried Modola che è stato altresì scelto per una pubblicazione su una rivista Internazionale. stato tra l’latro il vincitore di “Wars“, il premio fotografico dell’Atlante delle guerre.

Il premio internazionale di fotogiornalismo, promosso dalla Fondazione Romano Cagnoni, in collaborazione con Photolux Festival, nato in memoria del grande fotoreporter Romano Cagnoni (nell’immagine a sinistra in alto) , aveva quest’anno come tema: Radici. Radici intese come origini che rischiano di essere rinnegate o compromesse; come risorse naturali di un territorio costantemente minacciate. In un momento in cui le stesse radici del fotogiornalismo sono messe in discussione dalle nuove tecnologie, è fondamentale valorizzare il racconto fotografico come narrazione autentica su situazioni ed eventi specifici, in grado di illuminarne le circostanze e creare consapevolezza nell’opinione pubblica intorno a questioni di fondamentale importanza.

«A questa edizione hanno partecipato quasi 400 autori provenienti da tutto il mondo – afferma Patricia Franceschetti Cagnoni, Presidente della Fondazione Romano Cagnoni e della giuria del Romano Cagnoni Award – con progetti di altissimo livello, grazie ai quali abbiamo potuto conoscere più da vicino, vicende di cui sappiamo poco e che spesso non trovano piattaforme adatte di condivisione. Sono rimasta piacevolmente colpita nel constatare la partecipazioni di grandi autori e di aver avuto l’opportunità di approfondire lavori di autori meno conosciuti dotati di grande talento e professionalità. Con il Romano Cagnoni Award prosegue il nostro intento di supportare e coadiuvare i professionisti che con difficoltà documentano i fatti del mondo. Quest’anno il premio va ad una donna fotogiornalista e in un momento così particolare per la nostra società, è un segnale importante per sostenere ancora di più le donne impegnate nella documentazione di ciò che accade».

Dettaglio Progetti e Biografie

RCA24 VINCITRICE
Anush Babajanyan
Battered Waters

Il crollo dell’Unione Sovietica nei primi anni ’90 ha lasciato i paesi dell’Asia centrale alle prese con problemi ambientali e con la mancanza di coordinamento riguardo all’acqua che condividono. Nell’urgenza di affrontare la crisi idrica della regione e visualizzare i problemi di gestione dell’acqua, ho viaggiato in quattro paesi dell’Asia centrale dove il Kirghizistan e il Tagikistan, a monte, controllano il flusso dei due principali fiumi di questa regione verso l’Uzbekistan e il Kazakistan assetato d’acqua. I 67 milioni di persone che vivono nell’area dell’Asia centrale senza sbocco sul mare, grande all’incirca quanto l’Europa, dipendono dai suoi fiumi e ghiacciai per la preziosa risorsa idrica. Allo stesso tempo, il cambiamento climatico aumenta le sfide che tutte e quattro le nazioni devono affrontare. Questo progetto racconta i problemi ambientali in questa regione spesso trascurata, attraverso la sua gente e la sua natura, in conseguenza dei cambiamenti climatici già in atto.

BIOGRAFIA
La fotografa armena Anush Babajanyan è membro della VII Photo Agency e National Geographic Explorer. Anush concentra il suo lavoro sulle narrazioni sociali e sulle storie personali. Oltre a lavorare molto nel Caucaso meridionale, continua a fotografare in Asia centrale e in tutto il mondo.
Anush Babajanyan ha recentemente pubblicato il suo libro sul Nagorno-Karabakh, intitolato A Troubled Home.
Anush è la vincitrice del Canon Female Photojournalist 2019 Grant e vincitrice del Prix Photo Terre Solidaire. È vincitrice nella categoria Progetti a lungo termine del World Press Photo 2023 Contest. Le sue fotografie sono state pubblicate sul New York Times, Washington Post, National Geographic, Foreign Policy Magazine e altre pubblicazioni internazionali.

RCA24 MENZIONE SPECIALE
Siegfried Modola

Inside Myanmar’s Armed RevolutionQuando le forze armate del Myanmar hanno rimosso il governo democraticamente eletto nel febbraio 2021, il paese è precipitato nella guerra civile. Ai giornalisti è stato vietato fin dall’inizio di riferire sulla situazione. Negli ultimi due anni ho seguito clandestinamente la rivolta del paese nello stato di Karenni, con l’obiettivo di catturare la vita quotidiana, la lotta, la perdita e la pura determinazione di un popolo che combatte con tutti i mezzi per un futuro libero dal dominio militare. Ciò che era iniziato come un combattimento nelle foreste remote si è evoluto in una guerra urbana, in competizione per le città di provincia, un segno di quanto la rivoluzione si è fatta strada. Ma tali progressi comportano un prezzo elevato: secondo le Nazioni Unite, migliaia di persone sono state uccise e almeno due milioni sono state sradicate dalle loro case. Di fronte a un’opposizione diffusa, la giunta del paese ha risposto brutalmente e indiscriminatamente contro la popolazione. L’artiglieria e gli aerei da combattimento sono in grado di far piovere morte sulle forze di opposizione e sulle popolazioni civili quasi impunemente, anche se le truppe di terra della giunta hanno lottato con i recenti progressi. Mentre venivano cacciati dalle città e dai villaggi, i militari sono stati accusati di dispiegare mine terrestri su vasta scala; una pratica, ha affermato Amnesty International, che costituisce un crimine di guerra e potrebbe rendere impossibile il ritorno a casa di migliaia di persone in futuro.

BIOGRAFIA
Nato nel 1980, Siegfried Modola è un fotogiornalista e fotografo documentarista indipendente italo-britannico, cresciuto in Kenya, che si occupa di eventi sociali, umanitari e geopolitici. Vive a Parigi con una base a Nairobi.
Dopo aver conseguito una laurea in giornalismo e comunicazione dei media a Dublino nel 2004, ha conseguito un Master in fotogiornalismo al London College of Communication nel 2008.
La carriera di Modola come fotoreporter è decollata quando ha iniziato a lavorare per l’agenzia di stampa Reuters a Nairobi nel 2010. Da allora ha lavorato in oltre una dozzina di paesi in Africa e ha attraversato il mondo, avventurandosi in ambienti diversi e spesso impegnativi per far luce su storie non raccontate. Parla correntemente l’inglese, l’italiano, il kiswahili e il francese.
Ha lavorato in Europa, Medio Oriente, Asia e Sud America: dal conflitto post colpo di Stato in Myanmar alla guerra civile in Sud Sudan e il conflitto in Somalia, dalla cronica insicurezza che attanaglia la Repubblica Centrafricana e la Nigeria fino alla crisi umanitaria nella Repubblica Democratica del Congo.
Si è occupato della crisi dei rifugiati venezuelani alle sue frontiere, dello spopolamento delle campagne italiane, delle questioni legate all’immigrazione in Italia/Francia, della guerra Israele-Gaza del 2014, della crisi dei rifugiati siriani nel nord dell’Iraq nel 2016 e dell’esodo dei rifugiati Rohingya in Bangladesh nel 2017, 2018 e 2019. Le sue fotografie sono apparse in alcune delle pubblicazioni più importanti del mondo, sensibilizzando il pubblico.

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