Quattro mesi e mezzo di guerra in Ucraina

Il conflitto continua a pesare anche  sulla comunità internazionale. Ma l’unico modo per fermarlo che Mosca e Kiev mostrano di voler mettere in campo è quello della vittoria militare

di Raffaele Crocco

Quattro mesi e mezzo: questo il tempo passato dall’inizio della putiniana “Operazione Speciale” in Ucraina. Un tempo infinito, che sta portando il numero dei morti a livelli impressionanti. Si inizia a definire la conta tragica dei civili uccisi. Le agenzia internazionali parlano ora di “26mila possibili morti fra la popolazione non combattente”, ma ci vorranno anni per trovare i cadaveri sotto le macerie dei tanti palazzi distrutti. I civili muoiono nei modi più incredibili. Otto persone, ad esempio, questa settimana sarebbero morte mentre sminavano, costrette dai russi, un impianto industriale. Intanto, nel computo ufficiale sono finiti 335 bambini, uccisi dal 24 febbraio, giorno d’avvio dell’invasione.

Muoiono a migliaia anche i soldati. Quelli russi rimasti sul campo sarebbero 36.500. Quelli ucraini potrebbero essere la metà, circa 18mila. Sono stime degli osservatori, i dati ufficiali non ci sono. I due eserciti continuano a non confermare nulla ed è sempre quella delle armi l’unica voce che si sente. La diplomazia tace, negoziatori o mediatori credibili sulla scena non appaiono. Così, si combatte. I missili russi hanno colpito l’Isola dei Serpenti, riconquistata da Kiev la scorsa settimana. In mare, una nave cisterna moldava, già alla deriva con 500 tonnellate di gasolio, è stata colpita nuovamente. Ora, hanno denunciato le autorità ucraine, è una “bomba a orologeria ambientale”. Nella regione di Odessa i bombardamenti hanno bruciato con circa 35 tonnellate di grano.

Attorno al grano Mosca e Kiev continuano a combattere una guerra parallela, soprattutto a vantaggio delle loro relazioni internazionali. La nave russa Zhibek Zholy, da giorni in acque turche, fermata con l’accusa di trasportare cereale rubato agli ucraini, ha ripreso il viaggio. Ankara ha dato il via libera, scatenando le proteste del presidente Zelensky. E mentre milioni di tonnellate di grano restano ferme nei silos ucraini a causa del blocco russo dei porti, il ministero dell’Agricoltura di Kiev ha annunciato che il raccolto del 2022 sarà scarso, per le “difficoltà della semina e della logistica” legate alla guerra: la stima è di 50 milioni di tonnellate, 35 milioni in meno.


E’ la conferma che la guerra continuerà a pesare in modo concreto sulla comunità internazionale. Ma l’unico modo per fermarla che Mosca e Kiev mostrano di voler mettere in campo è quello della vittoria militare. Così, Zelensky moltiplica le richieste di aiuti militare, che vengono ascoltate: l’Unione Europea ha messo sul tavolo un altro miliardo di euro . Putin, da parte sua, continua l’offensiva nel Donbass e rinnova la sfida al Mondo. Se l’Occidente vuole batterci – dice – venga a farlo sul campo. “E in Ucraina – aggiunge – non abbiamo ancora fatto le cose sul serio. Abbiamo appena cominciato”.

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