RD Congo: C’era una volta e c’e’ ancora il Parco di Virunga

Il Parco nazionale dei monti Virunga copre un’area di circa 7.800 km² lungo il confine orientale della Repubblica Democratica del Congo. E’ il piu’ antico parco nazionale africano e dal 1979 e’ considerato dall’UNESCO patrimonio dell’umanita’. Il Parco ospita circa 200 dei 790 esemplari rimasti di gorilla di montagna.
L’integrita’ del Parco e la vita delle specie animali che lo ospitano, prima di tutto i gorilla, e’ messa ogni giorno a rischio dalle attivita’ illegali dei bracconieri, dall’interesse delle multinazionali occidentali per i giacimenti di petrolio e minerali del sottosuolo e dalla guerra civile che affligge ormai da decenni la Repubblica Democratica del Congo e che ha trasformato il Parco di Virunga in un nascondiglio per le milizie ribelli.
Negli ultimi anni oltre 140 ranger hanno perso la vita all’interno del parco nel tentativo di salvare i gorilla, vittime di violenze e scontri a fuoco.

Foto e testo di Alessandro Rocca

Sono passati dieci anni ormai. Era il febbraio del 2003 e per la prima volta mettevo piede in Repubblica Democratica del Congo. Una zona ricca di materie prime, fra tutte il coltan, un minerale indispensabile per l’industria elettronica. Ma anche oro, stagno, tantalio e tungsteno, tutti estratti ed esportati in modo quantomeno dubbio dalle molte fazioni in lotta per il controllo di questo prezioso territorio. Il viaggio, con alcuni colleghi prevedeva diverse tappe nella zona dell’Ituri, del lago Kivy e di Goma. Zone martoriate da una guerra che già allora contava forse 4 milioni di morti, per la maggior parte civili. Ma la meta finale era il parco dei monti Virunga, dominato dal vulcano Nyiragongo che poco tempo prima con una sua violenta eruzione, aveva tagliato in due la città di Goma, gia  alle prese con i problemi derivati dai profughi, fuggiti a centinaia di migliaia dal Rwanda negli anni precedenti. Dunque una situazione complessa. Ma la salita ai monti Virunga, per vedere da vicino i gorilla di montagna, alla fine l’abbiamo fatta. I militari che abbiamo incontrato nel campo ai piedi del parco ci hanno detto che non vedevano un bianco da quelle parti forse da cinque anni! Due giorni di avvicinamento in auto e una giornata a piedi per ritrovarsi di fronte ad una famiglia di 14 gorilla, la vera ricchezza di questo paese. Se solo i politici e gli amministratori locali, che troppo spesso sono manovrati da noi occidentali  e da interessi più grandi di loro, potessero gestire la bellezza della natura che li circonda, forse qualche problema, per la popolazione in perenne sofferenza, potrebbe essere risolto.
Da allora dieci anni sono passati, in Congo, perchè di repubblica democratica sa davvero poco, ci sono tornato nel 2008, ma la situazione era sempre la stessa. Come quella di oggi. Cambiano gli attori in campo, i signori della guerra e i miliziani, armati una volta dal Rwanda e l’altra dall’Uganda, attraverso i paesi cosiddetti ricchi, cioè noi. In Congo si combatte una guerra che troppi morti ha lasciato per strada. Ecco l’unica cosa che è cambiata in dieci anni, il numero di quelli che non ci sono più. Forse più di 6 milioni.

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