L’Ufficio del procuratore generale russo ha dichiarato ieri Amnesty International una “organizzazione indesiderata” ai sensi di una legge repressiva introdotta in Russia nel 2015, che consente alle autorità di vietare arbitrariamente qualsiasi organizzazione straniera e di criminalizzarne le attività nel Paese. La decisione è stata resa pubblica con una nota dell’organizzazione e della sua segretaria generale, Agnès Callamard, che spiegato come “Questa decisione si inserisce in una più ampia strategia del governo russo volta a mettere a tacere il dissenso e isolare la società civile. In un paese in cui decine di persone attiviste sono state imprigionate, uccise o costrette all’esilio, dove gli organi di stampa indipendenti sono stati screditati, bloccati o costretti all’autocensura e dove le organizzazioni della società civile sono state messe al bando o sciolte è probabile che, se il Cremlino ti bandisce, tu stia facendo la cosa giusta”.
“Le autorità commettono un grave errore se pensano che etichettando la nostra organizzazione come ‘indesiderata’ ci impediranno di documentare e denunciare le violazioni dei diritti umani – accadrà esattamente il contrario. Non ci lasceremo intimidire e continueremo con determinazione a lavorare affinché le persone in Russia possano godere dei propri diritti umani senza discriminazioni. Continueremo a documentare e denunciare in tutto il mondo i crimini di guerra commessi dalla Russia in Ucraina. Moltiplicheremo i nostri sforzi per mettere in luce le gravi violazioni dei diritti umani perpetrate dalla Russia, sia all’interno che all’esterno del paese”.
“Non smetteremo mai di lottare – dice ancora Agnès Callamard – per la scarcerazione delle prigioniere e dei prigionieri di coscienza detenuti per aver difeso i diritti umani, né per l’abrogazione delle leggi repressive che impediscono alle persone in Russia di esprimere il proprio dissenso contro le ingiustizie. Continueremo a impegnarci senza sosta affinché tutte le persone responsabili di gravi violazioni dei diritti umani – in Russia, in Ucraina o altrove – siano chiamate a rispondere delle proprie azioni. In poche parole, nessun attacco autoritario potrà mai mettere a tacere la nostra lotta per la giustizia. Amnesty non si arrenderà mai né farà un passo indietro nella sua battaglia per la tutela dei diritti umani in Russia e oltre”.
La nota di AI spiega inoltre che “Nel comunicato dell’Ufficio del procuratore generale in Russia si accusa Amnesty International di promuovere “progetti russofobi” e si afferma che la decisione è stata motivata dal lavoro svolto dall’organizzazione in materia di libertà di espressione e di associazione nel paese, nonché dalla documentazione e denuncia dei crimini di diritto internazionale commessi dalle forze russe in Ucraina”. La decisione arriva tre anni dopo che le autorità russe hanno bloccato l’accesso ai siti web di Amnesty International in Russia e cancellato la registrazione dell’ufficio dell’organizzazione a Mosca, di fatto chiudendolo. La decisione espone al rischio di persecuzione penale in Russia le organizzazioni partner e sostenitrici, giornaliste e giornalisti, e altre persone che collaborano con Amnesty International o che le autorità considerano sostenere o promuovere il suo lavoro.
In copertina un ‘immagine tratta dal sito italiano