Rwanda/genocidio: arrestata la primula rossa

Dopo 25 anni di fuga la Francia mette le mani su Felicien Kabuga, il fondatore di Radio Mille Collines ricercato dalla Corte Penale Internazionale per le stragi del 1994

Una fuga durata 25 anni attraverso un’infinita di Paesi e che si è conclusa sabato  mattina alla periferia di Parigi dove è stato arrestato Felicien Kabuga, l’ideatore della RadioTv del genocidio in Rwanda, Radio Mille Collines. Ora sarà giudicato dalla Corte Penale Internazionale dell’Aja. Era uno dei sospetti autori del genocidio più ricercato al Mondo ma adesso la sua fuga è finita e dovrà rispondere delle accuse. Ha 84 anni e sulla sua testa pendeva una taglia da 5 milioni di dollari. E’ stato catturato ieri all’alba in un appartamento di Asnieres-Sur-Seine,  a 10 minuti di macchina dal centro della capitale francese. Estremista hutu, è accusato di aver finanziato  milizie che hanno massacrato circa 800.000 tutsi  e diversi moderati hutu durante 100 giorni nel 1994.

Chiamato «il finanziere del genocidio», era un uomo d’affari arricchitosi con le piantagioni e strettamente legato alla  famiglia del presidente Habyarimana. Ha preso parte alla creazione del Comitato provvisorio del Fondo nazionale per la difesa (“Comité Provisoire du Fonds de Défense Nationale – FDN”) di cui è poi diventato Presidente, oltre a essere il Presidente della Radio Télévision Libre des Mille Collines (RTLM),  stazione radio ruandese che  dall’8 luglio 1993 al 31 luglio 1994 svolse un ruolo significativo nell’incitare il genocidio dell’aprile-luglio 1994 contro la popolazione di origine tutsi.

Politicamente attivissimo ha svolto molti ruoli ed è accusato di aver preparato lo sterminio attraverso diversi canali. Una delle accuse – grazie a documenti  trovati nella capitale Kigali dopo il genocidio – indicherebbero che  Kabuga usava le sue imprese commerciali anche  per importare armi: i machete che sarebbero stati usati per massacrare le persone all’arma bianca, casa per casa. Ora apparirà davanti a un giudice francese ma poi il suo trasferimento alla Corte dell’Aja è inevitabile. I documenti che lo possono inchiodare, al netto di quella che sarà la sua difesa, si trovano li.

(Red/Est)

Nell’immagine, la taglia da 5 milioni di dollari del Dipartimento di Stato americano

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