Se l’Europa entra in Africa

di Tommaso Andreatta

In Marocco c’è una enclave spagnola. Si chiama Ceuta. È un lembo di terra dell’Unione europea dentro l’Africa. A volte viene «presa d’assalto» o, più spesso, viene raggiunta da singoli o piccole comitive di africani che chiedono asilo. È come se la nostra Lampedusa fosse sulla terra ferma. A inizio anno a spingere, in stile ariete, per entrare nel territorio che fa capo a Madrid. «Il rapporto spagnolo precisa che molti agenti sono stati feriti  – scrive Cornelia I.Toelgyes di Africa Express -. Precisamente cinque spagnoli e ben cinquanta magrebini, perché i migranti, usano pietre e bastoni metallici per fare dei buchi nella rete. Oggetti contundenti che lanciano  contro le forze dell’ordine (…) All’inizio di dicembre oltre quattrocento persone sono riuscite a penetrare in territorio spagnolo, malgrado le barriere, rinforzate con filo spinato. Molti migranti cercano questa via di fuga. Il territorio libico è diventato troppo pericoloso, per non parlare della traversata in mare, che solo nel 2016 è costata la vita a oltre cinquemila persone». Violenza. E poi ci sono le storie di disperazione: «Secondo la polizia spagnola, la scorsa settimana è stata arrestata una signora magrebina al confine con Ceuta. Nella sua valigia aveva nascosto, completamente ripiegato su se stesso, un giovane di soli diciannove anni originario del Gabon». Come noi abbiamo i barconi, anche nel tragitto per Ceuta c’è chi fa i soldi sulla pelle dei più poveri. I trafficanti di uomini attraversano l’Africa Subsahariana con dei camion: scaricano le persone nelle campagne nei pressi delle enclave iberiche di Ceuta e Mellilal. I disperati vengono respinti: epulsi e e quindi caricati su autobus che li portano a Rabat, Casablanca o Fez. Molti desistono. Molti ci riprovano e cercano di rientrare in Europa attraverso la via del monte Gourougou oppure provano a battere la via libica. Ma in sostanza il Marocco si sta trasformando in un «contenitore» di migranti alla caccia di un futuro migliore: uomini, donne e bambini provenienti da una fetta importante del continente nero. Molti siu trovano «intrappolati» in Marocco, perché respinti una o più volte dall’Ue, perché privi del denaro sufficiente per fare un passo avanti o uno indietro. «Per questo motivo – scrive Toelgyes – il governo, per ordine del re Mohammed VI, ha ufficialmente annunciato lo scorso 15 dicembre una nuova sanatoria per migranti irregolari. Già nel 2014 oltre venticinquemila persone, per lo più provenienti dall’Africa subsahariana e dalla Siria, hanno potuto regolarizzare la propria posizione nel Paese». «Le due città di Ceuta e Melilla – si legge su Redattore sociale – sono ormai due fortezze di fatto inespugnabili, come sottolinea anche Frontex. «Circondate da tre reti alte una decina di metri, da fossati e protette con violenza dalle guardie di frontiera, sono diventate l’emblema della chiusura. A più di 10 anni dal tragico giorno in cui 11 migranti rimasero uccisi dal fuoco delle guardie di frontiera mentre provavano a scavalcare le reti, la violenza non è diminuita». Open Migration spiega che molte associazioni che si occupano di diritti umani denunciano la violazione dei diritti dei migranti intercettati e respinti direttamente sul suolo marocchino «al di fuori di qualsiasi tutela legale».

 

 

http://www.africa-express.info/2017/01/02/marocco-oltre-mille-disperati-assaltano-il-confine-con-ceuta-enclave-delleuropa-africa/

http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/502277/Migranti-cosi-la-Spagna-e-diventata-una-frontiera-inespugnabile

foto tratta da http://www.lindro.it/spagna-la-barriera-di-ceuta-contro-gli-immigrati/

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