di Ilario Pedrini

La Russia è sempre più presente in Siria. Nel Paese, dove è in atto una sanguinosa guerra e dove ormai non si sa più di chi è la paternità delle bombe sganciate sulla popolazione e sui palazzi, il Cremlino (come peraltro la Casa Bianca) ha inviato truppe, aerei e sistemi missilistici avanzati. Jack Stubbs e Maria Tsvetkova, per l’agenzia Reuters, scrivono: «I dati mostrano che rispetto alle due settimane precedenti alla tregua, i rifornimenti (di Mosca) via terra e via mare sono raddoppiati. Sembra trattarsi del principale dispiegamento di forze militare della Russia in Siria da quando, a marzo, il presidente Vladimir Putin ha dichiarato che avrebbe ritirato alcune delle sue truppe. Secondo alcuni analisti militari il personale supplementare include probabilmente degli specialisti in grado di attivare il sistema di missili terra-aria S-300 da poco approntati». In questo modo la Russia dovrebbe essere in grado di «controllare lo spazio aereo in Siria, dove le forze di Mosca sostengono il governo del presidente Bashar al Assad, e potrebbe avere lo scopo di scoraggiare delle azioni più decise da parte degli Stati Uniti». Sulle pagine di Internazionale si legge l’analisi di Justin Bronk, ricercatore al Royal united services institute di Londra: «Di fatto l’S-300 permette alla Russia di dichiarare una no fly zone sulla Siria (…) Impedisce inoltre agli Stati Uniti di fare altrettanto». C’è da dire che un alto ufficiale delle forze aeree, anonimo, ha negato le voci relative a un aumento dei rifornimenti. Ma, stando alle indiscrezioni trapelate attraverso i blog, pare che rinforzi siano stati aumentati attraverso il mar Nero. «Alla fine di settembre dieci navi cargo russe avrebbero attraversato il Bosforo dirette in Siria, contro le cinque nei giorni precedenti alla tregua, tra il 27 agosto e il 7 settembre. Tra queste c’è la Mizrah, una piccola nave lanciamissili che il 30 settembre un corrispondente della Reuters ha osservato attraversare il Bosforo, diretta verso il Mediterraneo. Il 5 ottobre altre due navi lanciamissili russe sono state inviate verso il Mediterraneo. Alcune navi erano talmente cariche che la linea di carico era appena visibile al di sopra dell’acqua e hanno attraccato alla base navale di Tarso, nella provincia occidentale siriana di Latakia. La Reuters non è riuscita a chiarire quale tipo di merci stessero trasportando». Ma non c’è solo la via aerea. Il sito web FlightRadar24.com racconta che «aerei cargo militari russi sono atterrati alla base di Khmeimim, in Siria, per sei volte nei primi sei giorni d’ottobre, contro i dodici atterraggi effettuati in trenta giorni tra agosto e settembre». E ancora: «Anche alcuni aerei passeggeri hanno effettuato tra i sei e gli otto voli tra Mosca e Latakia ogni mese e, secondo funzionari occidentali, potrebbero essere stati usati per trasportare truppe, tecnici e altri collaboratori civili». In Siria, in realtà, le guerre si sovrappongono. l Rivista Studio aiuta a capire: «C’è il conflitto civile: Russia, Iran e Hezbollah (una milizia-partito libanese molto potente) sostengono Assad; Turchia, Usa e molti Paesi arabi sunniti (specie Arabia saudita e Qatar) sostengono invece i ribelli. Nel fronte pro-ribelli, la Turchia è la componente più attiva». C’è la guerra contro l’Isis che «vede invece schierati insieme Usa, Paesi arabi sunniti, Turchia, alcuni ribelli siriani che combattono anche Assad (come i curdi, per fare un esempio) e una coalizione internazionale che include la Francia e la stessa Russia». E Assad come si sta muovendo? Per il presidente «lo Stato islamico è, come lo definisce il New York Times, un “nemico secondario” mentre i nemici principali sono i ribelli». L’Isis ha giocato un ruolo fondamentale al fianco dei ribelli contro Assad. Per un certo periodo il Califfato «è diventato uno degli elementi nella frammentaria opposizione militare ad Assad, che include turchi, i moderati della Free Syrian Army e altri gruppi radicali islamici come al-Nusra. Ma adesso pare lo Stato islamico si scontri più che altro con altri gruppi ribelli, anche se ci sono state battaglie contro Assad». Insomma è una guerra con più sfumature, con sovrapposizioni di conflitti e in cui è difficilissimo individuare i buoni e i cattivi, ammesso che ci siano (gli uni e gli altri).
http://www.internazionale.it/notizie/jack-stubbs/2016/10/13/russia-siria-armamenti

http://www.rivistastudio.com/in-breve/russia-turchia-isis-e-ribelli-chi-combatte-in-siria-contro-chi/

foto tratta da http://www.nbcnews.com/news/world/syria-war-what-are-barrel-bombs-why-are-they-so-n303631

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