di Maurizio Sacchi
Oggi 23 è arrivato a Kazan, in Russia, il Segretario generale delle Nazioni unite António Guterres per partecipare al vertice dei Brics, e subito il tema della guerra, e dei tentativi di pace, ha fatto irruzione sulla scena dell’evento. Immediatamente, ciò ha suscitato la reazione irritata del ministero degli Affari esteri di Kiev, ricordando che il segretario Generale aveva rifiutato di partecipare a un vertice di pace in Svizzera a cui l’Ucraina lo aveva invitato all’inizio dell’anno.,e ha denunciato la mossa come una legittimazione del presidente padrone di casa Vladimir Putin.
Ma, sempre riguardo ai tentativi di pace in Ucraina, un altro attore importante a Kazaan è il Presidente dell’India Narendra Modi, che l’estate scorsa a poche settimane di distanza è stato in visita ufficiale prima a Mosca e poi a Kiev, dove ha incontrato entrambi i presidenti. L’india sta giocando insomma la sua politica tradizionale di non-allineamento, e questo la mette nella posizione di poter giocare un ruolo nel processo di pace tra i due belligeranti. Cosa di cui Modi non ha fatto mistero, avendo fatto esplicito appello a tutti i partecipanti prima dell’apertura dei lavori, iniziati il 22 ottobre. La presenza del Segetario generale dell’Onu rafforza le speranze che un tentativo di pace possa finalmente iniziare su basi più solide di quanto visto finora, e con due figure credibili di mediatori.
I temi relativi alla guerra,e alla pace, non si limitano all’Ucraina. Alla riunione di Kazan sono presenti, oltre ai fondatori Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, anche i nuovi membri Egitto, Etiopia, Emirati arabi, e Iran, tutti coinvolti, in modo indiretto o diretto, nella crisi medio-orientale. Al momento, però, questo tema scottante non ha trovato rilievo particolare nelle dichiarazioni ufficiali, e per questo si dovrà attendere la conclusione dei lavori.
Un importante ospite a Kazan è il Presidente turco Erdogan, che ha fatto domanda di entrare nei Brics, e di questo si discuterà al vertice. Edogan ha dichiarato apertamente nei mesi scorsi che, se l’Unione europea avesse accolto la sua richiesta di entrare a farne parte, probabilmente non si sarebbe mosso in questa altra direzione. D’altra parte, come spesso avviene, all’interno di questa organizzazione le contraddizioni, anche sul piano militare, non mancano. La Russia e la Turchia hanno sostenuto fazioni opposte nelle guerre in Siria e Libia,. In Siria, Putin ha sostenuto il presidente Bashar al-Assad mentre Erdogan ha sostenuto i combattenti ribelli. Poi, all’inizio del 2020, hanno stipulato uno di una serie di accordi di cessate il fuoco dopo che 34 soldati turchi sono stati uccisi in un attacco aereo a Idlib, dove i jet russi pattugliavano. I due Paesi hanno avuto posizioni diverse nei conflitti tra Armenia e Azerbaigian sulla regione del Nagorno-Karabakh.
In quanto all’India, in linea con il suo multi-allineamento strategico, fa parte del Quad, un patto di mutua difesa riguardo al’area Indo-pacifica, con Australia, Giappone e Stati Uniti. E questo la mette in contrasto con la Cina proprio su quell’area, e vede le tensioni crescere, con un riarmo parallelo tra i due colossi demografici dell’alleanza. Anche il confine di terra fra India e Cina é uno dei più militarizzati del mondo. Ma i due Paesi, che pure hanno combattuto diverse guerre l’uno contro l’altro, anche grazie all’alleanza .Brics, stanno riavvicinandosi, e sembrano cercare di elaborare una tregua.
Per quanto riguarda guerra e pace, in attesa di una presa di posizione sul dramma palestinese, questo è a grandi linee il quadro attuale. Vi sono poi le altre questioni, fra cui quella economica, posta dal brasiliano Lula (assente per un incidente domestico, e rappresentato dal suo Ministro degli esteri) ovvero la cosiddetta “de-dollarizzazione”. Tramontata per ora l’ipotesi di creare una nuova moneta internazionale: gli esperti sono scettici sul fatto che una nuova valuta specifica dei Brics sarebbe abbastanza stabile da essere considerata affidabile per le transazioni transfrontaliere.Si stanno invece intensificando gli scambi fra i Paesi membri in monete locali, anche se questo ha per ora un valore poco più che simbolico, rappresentando un’esigua percentuale delle transazioni internazionali. Ma il tema è ancora caldo, e per varie ragioni. Dal canto suo il leader cinese Xi Jinping ha esortato i Brics a guidare la riforma finanziaria internazionale “urgente”, sostenendo che che il blocco delle economie emergenti dovrebbe anche guidare la strada nella revisione della governance globale
Molti membri vedono i Brics come un’assicurazione, non solo economica, ma anche geopolitica, verso un mondo in continuo cambiamento, e una copertura contro l’imprevedibilità degli Stati Uniti. Ridurre il predominio del dollaro potrebbe offrire ai membri un protezione dalle sanzioni occidentali, che funzionano solo se il dollaro domina i commerci internazionali. Ma per ora non c’è un chiaro accordo su cosa potrebbe sostituire il dollaro.
nella foto dal sito ufficiale russo del vertice, Modi e Putin a Kazan
https://photo-summit.brics-russia2024.ru/en/media/8790197.html?context=list&list_sid=list_351015240
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