di Emanuele Giordana inviato nell’Asia di Sudest
Chiang Rai – Criticare la corona nel Regno di Thailandia può costare davvero caro. Lo sa Mongkol “Busbas” Thirakot – un attivista di Chiang Rai nella Thailandia settentrionale – che rischia 50 anni di carcere per aver violato la legge sulla diffamazione reale, la più punitiva che esista al Mondo. Già ritenuto colpevole in prima istanza, l’udienza d’appello si è risolta con una condanna che ha tenuto conto di più reati oltre a quelli ascrittigli in primo grado. Secondo i suoi avvocati si tratterebbe della più severa condanna per violazione della sezione 112 del codice penale del Regno. Ora Busbas sta presentando una richiesta di cauzione alla Corte Suprema.
La sua colpa? Aver partecipato al Movimento studentesco giovanile che negli anni scorsi ha contestato la monarchia chiedendo che ne venissero ridotti beni e autorità poltica. Busbas, attivista di un movimento che si è poi esteso a vasti settori della società thai, è stato arrestato nell’aprile 2021 mentre era in sciopero della fame a Chiang Rai per esercitare pressioni finalizzate al diritto alla cauzione per i prigionieri politici in casi simili a quello per cui ora è stato condannato.
Il Bangkok Post – quotidiano in lingua inglese della capitale – ricorda che, il caso precedente, riguarda Anchan Preelert, un ex alta funzionaria del Dipartimento delle Entrate condannata nel gennaio 2021 e cui inizialmente era stata comminata una pena detentiva di 87 anni con l’accusa di aver violato la Sezione 112 e il Computer Crime Act con post su molteplici account social media che diffamavano il monarca. La pena è stata poi ridotta a 43 anni perché ha confessato. Il suo caso è seguito, tra gli altri, anche da Amnesty International.
Secondo i dati di Thai Lawyears of Human Rights (Tlhr) , dall’inizio delle proteste del Free Youth Mouvement nel luglio 2020 in piena pandemia, l’accusa di diffamazione reale o di lesa maestà ai sensi dell’articolo 112 del codice penale contava a dicembre scorso per almeno 262 persone in 287 casi. Sul piano giudiziario in generale, il mese di ottobre 2023 ha prodotto il maggior numero di sentenze in un mese, 16 in totale, provenienti sia dal Tribunale di primo grado sia dalla Corte d’appello per casi di lesa maestà. Intanto sono finite in carcere altre persone processate per motivi politici. Secondo le statistiche degli avvocati almeno 1.930 persone erano state perseguite in 1.253 casi a causa della loro partecipazione ad assemblee ed espressioni politiche dal 18 luglio 2020 al 30 settembre 2023. A dicembre 2023 risultavano complessivamente 1.938 persone perseguite politicamente in 1.264 casi.
In copertina, il Palazzo Reale di Bangkok
Nel testo, l’articolo che il quotidiano malaysiano The Star ha dedicato a Busbas. Sotto la campagna di AI per Anchan