di Alice Pistolesi
La Nato, per la precisione nella persona di Donald Trump, continua a batter cassa e a richiedere agli alleati un incremento di investimento in spesa militare.
La richiesta del presidente Usa di aumentare le spese militari dal 2% al 4% del Pil, ha occupato gran parte della discussione al summit dell’Alleanza Atlantica a Bruxelles dell’11 e 12 luglio al quale hanno partecipato i capi di stato e di governo dei 29 paesi membri.
Il 2% è una cifra più volte paventata ma raggiunta da quasi nessun alleato. Secondo le cifre Nato i Paesi che nell’ultimo anno hanno raggiunto o superato tale obiettivo del 2% sono: gli Stati Uniti al 3,6%, la Grecia al 2,2%, l’Estonia al 2,14%, il Regno Unito al 2,10% e la Polonia al 2%. Non bene dal punto di vista Nato, invece, la Francia che spende l’1,8%, la Germania ferma all’1,2%.
Dalle rilevazioni dell’analista Malio Dinucci si prevede che da ora al 2024 gli alleati europei e il Canada accresceranno la loro spesa militare di 266 miliardi di dollari, portando la spesa militare complessiva della Nato oltre i 1000 miliardi di dollari annui. La Germania la porterà nel 2019 a una media di 114 milioni di euro al giorno e pianifica di accrescerla dell’80% entro il 2024, mentre l’Italia si è impegnata a portarla dagli attuali 70 milioni di euro al giorno a circa 100 milioni di euro al giorno.
Durante il summit comunque i principali Paesi del Patto Atlantico hanno respinto al mittente le richieste del presidente Usa. Dopo il vertice, Donald Trump ha dichiarato di aver ottenuto dagli alleati un aumento di 33 miliardi di dollari per le spese militari, ma la cancelliera tedesca Angela Merkel, il premier italiano Giuseppe Conte e il presidente francese Emmanuel Macron hanno escluso gli incrementi.
Il Summit nel nuovo quartier generale
Il summit appena concluso è stato il primo per il nuovo quartier generale dell’Alleanza, costato finora 1,3 miliardi di euro. Si tratta di una struttura di oltre 250mila metri quadri, quasi il doppio la precedente, dove lavora permanentemente uno staff di circa 4000 militari e civili, dotata di 18 grandi sale. La struttura, attualmente costituita da 8 ali maggiori e 4 minori collegate a un lungo corpo centrale, è di tipo modulare: quindi espandibile man mano che la Nato continuerà a espandersi.
La Germania ‘prigioniera’
L’attenzione agli investimenti economici si intreccia, anche, con il caso Germania – Russia, che ha fatto partire non proprio con il piede giusto il summit di Bruxelles. “La Germania è prigioniera della Russia, gli accordi energetici con la Russia sono inappropriati” ha dichiarato il presidente Trump prima dell’apertura dei lavori dopo la colazione con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.
Prigioniera “perché acquista da Mosca il 60% dell’energia” di cui ha bisogno. “Pagano miliardi di dollari alla Russia e noi dobbiamo difenderci contro la Russia, non è normale: la Germania è totalmente controllata dalla Russia, penso che per la Nato sia una cattiva cosa che non dovrebbe accadere”. La dichiarazione ha suscitato la replica immediata di Angela Merkel ma, dopo un bilaterale con la cancelliera, Trump ha definito ‘ottime’ le relazioni tra Washington e Berlino.
Esco, anzi rimango
Tra gli annunci del presidente Trump va annoverato anche quello dell’uscita statunitense dall’alleanza. In un primo momento, infatti, sembrava che il Presidente Usa avesse dichiarato la propria defezione. Sul Washington Post, si legge però la sua smentita: “Potrei, ma non è necessario”.
La petizione per l’uscita
Diversamente dagli annunci altalenanti del presidente Trump c’è chi per l’uscita dalla Nato si impegna senza ripensamenti. Il Comitato italiano No Guerra No Nato ha lanciato una petizione per ‘Portare l’Italia fuori dal sistema di guerra e attuare l’articolo 11 della Costituzione’.
Nel testo si fa riferimento ai costi della spesa militare richiesti dalla partecipazione alla Nato: “un colossale esborso di denaro pubblico, sottratto alle spese sociali, per un’alleanza la cui strategia non è difensiva, come essa proclama, ma offensiva”.
Secondo la petizione uscendo dalla Nato, “l’Italia si sgancerebbe da questa strategia di guerra permanente, che viola la nostra Costituzione, in particolare l’articolo 11, e danneggia i nostri reali interessi nazionali”. L’Italia, uscendo dalla Nato e diventando neutrale, “riacquisterebbe quindi una parte sostanziale della propria sovranità e sarebbe in grado di svolgere la funzione di ponte di pace sia verso Sud che verso Est”.
Il vertice di Helsinki
Trump si incontrerà col presidente russo Vladimir Putin il 16 luglio a Helsinki. Secondo il Washington Post questo incontro è più imprevedibile di quello Nato che si è appena concluso: “In effetti – si legge – l’imprevedibilità del Presidente Trump contrasta con un Vladimir Putin piuttosto facile da leggere. E questo dovrebbe rendere molte persone nervose”.
In realtà secondo Reuters, il solo fatto che l’incontro si svolgerà è una grande vittoria per Putin. Il vertice è infatti visto da Mosca come il riconoscimento degli Stati Uniti dello status di grande potenza della Russia.
“Il fatto che una riunione Putin-Trump avvenga dice solo una cosa: che per tutta la sua isteria, gli Stati Uniti non sono in grado di isolare o ignorare la Russia”, ha detto Alexei Pushkov, un eminente senatore russo del partito al governo Russia.
Per saperne di più sulla Nato e sui nuovi equilibri dell’Alleanza Atlantica qui il dossier dell’Atlante delle guerre.