Ucraina: a parlare solo le armi. Il punto

250 giorni di guerra mentre il possibile cessate il fuoco resta lontano. La diplomazia fra Ucraina e Russia resta al palo

di Raffaele Crocco

Il giorno 250 di questa guerra è alle spalle. Il possibile cessate il fuoco resta lontano, per ora senza alcun riscontro reale. La diplomazia fra Ucraina e Russia resta al palo. Il Cremlino di Putin continua a considerare l’Ucraina una specie di “stato vassallo” senza governo ufficiale. Difficile pensare, in queste condizioni, si possa sedere al tavolo con il presidente ucraino Zelensky e trattare.

Sono le armi, quindi, a parlare. Mosca fa sul serio, almeno nel tentare di spaventare Kiev e il Mondo. Il 3 novembre 2022, ha testato “Bulova”, un missile balistico in grado di trasportare testate nucleari. A lanciarlo un sottomarino nucleare e il missile ha colpito – dicono i tecnici russi – il bersaglio nel poligono di Kura, in Kamchatka. Una prova di forza, dicono gli osservatori, che Mosca ha voluto per dimostrare al Mondo di poter colpire ovunque.

E intanto, sul terreno le forze armate russe continuano con i raid sulle città, uccidendo civili. In poche ore, sono stati colpiti 25 insediamenti, in più di 40 attacchi aerei e missilistici. Una scelta strategica che mirerebbe a fiaccare la resistenza ucraina. È la medesima “linea d’azione” che porta i russi a colpire sistematicamente centrali elettriche e impianti per l’acqua: indebolire la popolazione, spaventarla all’inizio del lungo inverno, può significare – questo la linea del Cremlino – rendere instabile la posizione di Zelensky e convincere gli ucraini ad accettare la fine della guerra.

Una strategia che dimostrerebbe la necessità, per Putin, di chiudere in fretta, ma con una vittoria, una guerra che pare essergli sfuggita di mano. Dallo stato maggiore ucraino arrivano cifre sulle perdite russe. Sono numeri spaventosi, se reali. Dal 24 febbraio, Mosca avrebbe perduto – significa morti, feriti o prigionieri – 74mila uomini, 2.374 carri armati, 277 aerei, 258 elicotteri, 16 navi. Da parte Ucraina, le perdite sarebbero fra i 60 e i 100 uomini al giorno. A tutto questo vanno aggiunti migliaia di civili uccisi e i quasi 8milioni di ucraini che hanno lasciato il Paese.

Numeri agghiaccianti, che non fermano i combattimenti. Offensive e controffensive si alternano, con la continua conquista e perdita di territori da parte dei contendenti. Il fronte non è stabile e non c’è controllo dei territori occupati da parte russa. Così, si moltiplicano le voci di una nuova mobilitazione da parte di Putin e l’intelligence britannica parla di 100 carri armati della Bielorussia acquistati da Mosca, per far fronte alle perdite. La stessa fonte parla di difficoltà delle truppe di Mosca “a causa dei problemi nel reperire munizioni di artiglieria e sufficienti veicoli corazzati sostitutivi riparabili”.

Per Putin, sul piano militare resta fondamentale fermare l’aiuto che Europa e Stati Uniti stanno fornendo a Kiev. Così si moltiplicano le accuse di “ingerenza” e si alza l’asticella delle minacce. L’Ambasciatore russo nel Regno Unito ha denunciato pubblicamente il ruolo che Londra avrebbe avuto nell’attacco alle navi da guerra russe durante il conflitto. In una intervista a Sky News ha dichiarato di avere le prove del coinvolgimento delle truppe speciali britanniche nell’attacco con droni ucraini alla flotta russa nel Mar Nero. “Le prove – ha detto – diventeranno presto pubbliche. La Gran Bretagna è sempre più coinvolta in questa guerra. Significa che la situazione sta diventando sempre più pericolosa”.

*In copertina foto Intersos

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