Ucraina, sfida elettorale a tre

Il 31 marzo si vota: la scelta è fra l'attuale presidente, industriale del cioccolato, un comico televisivo e un'intramontabile passionaria

di Danilo Elia

C’è il presidente industriale del cioccolato, il comico televisivo e l’intramontabile pasionaria. La corsa alle presidenziali ucraine entra nel vivo. A dire il vero sono ben di più i candidati che compariranno sulle schede il prossimo 31 marzo – al primo turno la commissione elettorale ne ha registrati 44, un record – ma secondo i sondaggi sono i primi tre ad avere qualche reale chance di arrivare al ballottaggio. Proprio quei sondaggi che impietosamente attribuiscono al presidente uscente Petro Poroshenko (nella foto a dx) la poco invidiabile prospettiva del 13,2% di voti.

Poroshenko, che ha preso in mano il Paese nel giugno 2014, quando la guerra in Donbass era all’apice e la Russia aveva da poco invaso e annesso la Crimea, paga certamente un prezzo, in termini di perdita di consenso, molto salato. L’Ucraina ha fatto passi in avanti da allora – avendo comunque a che fare con una pesante crisi economica e il fianco sempre aperto della guerra – e nel frattempo è stato ricostituito quasi da zero un esercito moderno: sono poi state varate riforme nel campo della giustizia e delle forze di polizia e nella costruzione di un sistema democratico in senso pieno. Senza contare il netto avvicinamento all’Europa e alla Nato, scintilla che cinque anni fa infiammò la Maidan.

Ma quello che gli ucraini non perdonano all’intera classe politica – e quindi al presidente uscente – è una corruzione ancora dilagante (la tanto attesa riforma – voluta fortemente anche dai partner europei – si è persa nei corridoi dei palazzi del potere di Kiev), e poi lo strapotere degli oligarchi (lo stesso Poroshenko, in quanto ricco industriale del cioccolato, ne è espressione), ma soprattutto non aver migliorato le condizioni di vita della stragrande maggioranza della popolazione. Tutte colpe di cui è scevro quello che finora sembra il candidato favorito: il comico televisivo Volodimir Zelenskyi (nell’immagine).

In testa ai sondaggi con il 20,4%, Zelenskyi rappresenta il nuovo. Una carriera televisiva di più di vent’anni e nessuna esperienza politica ad alcun livello, se non sul set della fortunata serie “Servitore del Popolo”, in cui impersona proprio il presidente dell’Ucraina. “Prima di tutto la gente si è stancata dei politici al potere da troppo tempo. Poi io sono una persona aperta, tutti possono vedere la mia vita da prima della candidatura come presidente”, dice di sé Zelensky. “Le persone deluse dalla politica vedono una faccia nuova, e senza alcun precedente politico. Una faccia nuova di zecca”.

La candidatura di Zelenskyi ha fatto sollevare più di qualche sopracciglio, soprattutto all’estero, dove la sua verginità politica non è necessariamente vista come una qualità. Ma per molti ucraini, può essere davvero l’uomo del cambiamento. Soprattutto in confronto a figure che hanno popolato la politica ucraina negli ultimi vent’anni, proprio come Poroshenko e Timoshenko. E infatti proprio Yulia Timoshenko (nello scatto a dx), che conosce bene le dinamiche politiche ucraine – terza nei sondaggi con il 9,5%, sa che le conviene attaccare il suo diretto rivale, con l’obiettivo di superare almeno il primo turno. “Abbiamo visto la dichiarazione dei redditi di Poroshenko, il suo reddito è aumentato di 83 volte nell’ultimo anno”, ha detto recentemente. “È un esempio del conflitto di interessi e di come le più alte cariche dello Stato pensino a curare i loro affari”.

Al momento nessuno dei candidati favoriti ha i numeri per essere eletto al primo turno, ma la corsa fino al 31 marzo può ancora riservare sorprese. E con lo spoglio il primo aprile, in molti già dicono che i risultati delle elezioni potrebbero essere lo scherzo più divertente della carriera di Zelenzkyi.

In copertina la cattedrale di Santa Sofia una delle immagini simbolo di Kiev

Leggi il profilo di Zelenskyi (di Raffaele Crocco)

Vai alla scheda conflitti Ucraina

Tags:

Ads

You May Also Like

Contro lo spezzatino bosniaco. Un appello

I rischi di un'ennesima disintegrazione dell'unità statale della Bosnia Erzegovina

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo appello – La lista dei firmatari qui Nell’ottobre 2021 ...

Belfast: speranze nella città divisa

Dopo oltre vent’anni dall’accordo del Venerdì Santo, il muro è ancora presente, ma il desiderio di Pace e di dialogo tra religioni è forte. Un reportage

di Valentina Ochner da Belfast Belfast trasmette un grande senso di ordine. Il City ...

Un camper nei conflitti: Argentina, Gaza e la Cina

L'appuntamento settimanale col podcast di InPrimis, Unimondo, atlanteguerre

Un camper nei conflitti è un podcast settimanale realizzato con una collaborazione di Associazione culturale inPrimis, Atlante ...