Un altro delitto impunito

di Andrea Tomasi

La verità è che la morte di un attivista ambientalista, per di più messicano, non fa notizia. Piangono i suoi amici, i suoi parenti. Per i nemici è un problema risolto e per la stragrande maggioranza della gente è come se non fosse successo nulla. Per questo motivo, a poco più di un mese dalla morte di Isidro Baldenegro Lopez, ce ne occupiamo noi dell’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo. Lui era la guida del popolo indigeno Tarahumara. Ha difeso le antiche foreste della Sierra Madre. Il 15 gennaio è stato ucciso: sei proiettili, sparati da ignoti a Colorades de la Virgen, hanno posto fine alla sua vita di combattente per il bene comune. Nel 2005 gli venne assegnato il Premio per l’Ambiente della Fondazione Goldman, considerato il “Nobel Verde”. Isidro Baldenegro López amava la sua gente –si legge su Lifegate – la comunità degli indios messicani tarahumara, e amava le foreste della sua terra, e per questo è stato ucciso. «Lo Stato frontaliero di Chihuahua, cuore della lotta di Baldenegro, è un territorio interessato da una “guerra alla droga” che il governo di Calderón ha intrapreso nel 2006 e che Peña Nieto porta avanti ancora oggi. La violenza, negli ultimi anni, si è intensificata e molte famiglie indigene hanno dovuto abbandonare le proprie comunità perché minacciate da coloro che volevano cancellare le foreste per introdurre piantagioni di marijuana. Dieci anni dopo aver dato inizio alla sua lotta, nel 2003, Baldenegro fu arrestato con accuse legate al traffico di armi e a quello di droga, venne dichiarato prigioniero di coscienza da Amnesty International e tornò in libertà 15 mesi dopo». scrive il Caffè Geopolitico. Dalla sua comunità di Coloradas de la Virgen, nella località di Guadalupe y Calvo, Baldenegro, ha promosso numerose battaglie contro la deforestazione selvaggia e per la protezione della Sierra Tarahumara, finendo nel mirino delle autorità locali, ricorda l’agenzia Ansa. «L’uccisione di Isidro ci indigna e ci preoccupa. Non disponiamo dell’informazione sufficiente per stabilire chi è il colpevole di questo omicidio. Dal 2007 a questa parte non esiste più una distinzione chiara fra caporali locali, tagliaboschi e narcotrafficanti» ha detto al quotidiano Norte Digital una militante ambientalista che ha voluto restare anonima. L’America Latina è una terra depredata dalle multinazionali, che sfruttano le risorse naturali di cui sono ricche le terre abitate dalle popolazioni indigene: persone la cui esistenza rappresenta solo una “scocciatura”, un ostacolo ad un rapido utilizzo di ciò che il terreno può regalare. È Lifegate a ricordarci che nel 2015 almeno 122 attivisti sono stati assassinati in America Latina durante il tentativo di proteggere le risorse naturali locali, minacciate dalla costruzione di dighe, miniere, località turistiche e dal disboscamento. Il 2015 è stato in assoluto l’anno più letale mai registrato per gli attivisti ambientali a livello globale, con almeno 185 morti: «C’è qualcosa di donchisciottesco in queste persone che, armate solo del loro senso di giustizia, sfidano enormi multinazionali e organizzazioni criminali, eppure non sono dei visionari, sono semplicemente persone normali (con un coraggio straordinario) che vogliono vivere in pace, senza che il proprio ambiente venga distrutto. Siamo sicuri che la lotta pacifica di Baldenegro sarà fonte di ispirazione per tante persone che lottano per proteggere l’ambiente e i diritti dei popoli indigeni, augurandoci che i governi, troppo spesso complici di queste violenze, sappiano proteggere i loro cittadini consentendogli di esprimere il loro dissenso». Ma torniamo al martirio di Isidro Baldenegro Lopez. Chi lo ha ucciso? Per quale motivo? La sua voce e il suo carisma erano diventati così pericolosi per il “sistema”? Stiamo parlando di un uomo solo che è riuscito a farsi sentire, a far puntare sulla sua terra i riflettori di mezzo mondo: fari che, in verità, nel giro di poco si sono anche spenti. Stiamo parlando di un territorio violentato. «Il disboscamento selvaggio – scrive Antimafia Duemila – è la principale causa della siccità che ha colpito le loro coltivazioni di mais e fagioli. Di fatto, come si legge in BBC Mundo “la metà dei bambini di questa etnia soffre di denutrizione”, cosa che conferma anche il governo di Chihuahua. I mezzi di comunicazione riferiscono che negli ultimi cinque anni, il maggior problema è la pressione dei cartelli del narcotraffico, alleati con i tagliaboschi, che diffondono il terrore, spostando i popoli per usurpare loro le terre e seminare papaveri (…) Isidro si opponeva anche a questi gruppi e “non possiamo non collegare l’omicidio di Isidro ai caporali locali, alla delinquenza organizzata e alla difesa dei boschi. I caporali locali alleati con i trafficanti di legname e la delinquenza organizzata sono gli autori materiali e mandanti del crimine”. Lo dice un attivista intervistato da BBC Mundo: “Negli ultimi anni, circa 10 leader di comunità indigene e difensori dei boschi di Coloradas de la Virgen sono stati uccisi; solo l’anno scorso sono stati commessi tre omicidi e nessuno dei casi è stato risolto. Speriamo non succeda lo stesso con Isidro, ci deve essere giustizia, il governo deve fermare i criminali e punirli. Abbiamo molta paura, non possiamo visitare altri accampamenti ed a volte neanche uscire delle nostre case, perché possono attaccarci. Ma andremo avanti”».

 

 

 

http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/istituzioni/2017/01/19/ucciso-in-messico-un-altro-nobel-verde-isidro-baldenegro_a7ecf7d4-4576-4dd7-b760-368668315167.html

http://www.ilcaffegeopolitico.org/51763/messico-ucciso-baldenegro-un-altro-difensore-dei-diritti-umani

http://www.lifegate.it/persone/news/top-utility-gruppo-cap-2017

http://www.antimafiaduemila.com/home/terzo-millennio/233-ambiente/64177-isidro-baldenegro-la-sua-uccisione-ci-fa-vergognare.html

foto tratta da http://www.antimafiaduemila.com/home/terzo-millennio/233-ambiente/64177-isidro-baldenegro-la-sua-uccisione-ci-fa-vergognare.html

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