Usa contro al-Shabab

Continuano gli attacchi dei miliziani in Somalia, mentre anche i raid aerei statunitensi si intensificano

Non si placano gli attentati del gruppo al-Shabab in Somalia. L’ultimo di una lunga e sanguinosa serie è avvenuto nella notte di giovedì 28 febbraio nell’Hotel Maka Al-Mukarama, nel centro della capitale, Mogadiscio. I terroristi si sono asserragliati in un edificio accanto all’hotel e si sono scontrati con le forze speciali somale. L’attacco è durato in totale 24 ore e ha provocato la morte di almeno 29 persone (la quasi totalità civili) e decine di feriti. L’hotel preso di mira è utilizzato dai funzionari governativi e si trova in una strada piena di alberghi, negozi e ristoranti.

Il gruppo al-Shabab, affiliato di al-Qaeda ha ‘sede’ in Somalia, dove vuole imporre una versione rigorosa della legge islamica e sta combattendo per rovesciare il governo appoggiato dall’Occidente e protetto dalle forze di pace con mandato dell’Unione Africana. Nel Nord del Paese una parte di ex combattenti di al Shabab ha giurato fedeltà al gruppo Stato islamico. Secondo dati risalenti all’agosto del 2018, il Pentagono stima che ci siano in Somalia tra i 3mila e i 7mila combattenti Shabab e che siano tra i 70 e i 250 quelli affiliati al gruppo Stato islamico.

L’ultimo colpo di Mogadiscio è avvenuto dopo che gli Stati Uniti hanno intensificato gli attacchi aerei contro il gruppo. Nel gennaio e febbraio di questo anno l’Africa Command statunitense (Africom) ha già annunciato vari raid, precisando in ogni caso il numero di terroristi uccisi. Il commando ha riferito di aver preso di mira un campo di addestramento nei pressi di Shebeeley, la regione del Lower Shabelle e le vicinanze di Bariire. Nel 2018 gli Usa hanno compiuto 47 raid aerei in Somalia. Nel 2017 erano stati 35 e 16 nel 2016. Ad oggi sono circa 500 i militari americani impegnati in Somalia.

Dal 2011 al-Shabab ha ucciso almeno 300 in 20 venti attacchi rivendicati dal gruppo, che ha più volte preso di mira il Kenya per favoreggiamento delle forze Occidentali. Uno di questi attacchi, infatti, nel gennaio 2019 è stato lanciato nell’hotel di lusso Dusit D2 di Nairobi. 

I militanti di al-Shabaab sono anche tra più agguerriti reclutatori di bambini, utilizzati non solo per combattere, ma anche come spie, messaggeri, cuochi, sguatteri, assistenti di campo. Secondo l’ultimo rapporto annuale del segretariato generale Onu nel Paese del Corno d’Africa sono oltre duemila i bambini strappati alle loro famiglie e reclutati dai gruppi armati nel corso del 2017.

(di Red/Al.Pi)

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