Ieri a Washington si è tenuta una grande parata militare mentre il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump celebrava il suo 79° compleanno con una controversa dimostrazione di forza che coincide con il 250° anniversario dell’esercito americano. Polemiche sui costi (45 milioni di dollari) e proteste in più di 2.000 città americane all’insegna di un “No Kings” contro le politiche di Trump. A Washington non c’è stata una protesta “No Kings” per evitare scontri incidenti. Il clima tesissimo nasce anche dalle proteste dei giorni scorsi e dal dispiegamento della Guardia Nazionale e di 700 marine a Los Angeles. Maurizio Sacchi ricostruisce la cornice
di Maurizio Sacchi
Le proteste scatenate dai raid contro gli immigrati e dal dispiegamento della Guardia Nazionale e da 700 marine a Los Angeles si stanno allargando, e hanno portato migliaia di manifestanti nelle strade di New York, San Antonio, Seattle, Raleigh e St. Louis . In precedenza, i leader di decine di città californiane, hanno sollecitato la fine delle retate federali sull’immigrazione che hanno sconvolto molte regioni dello Stato.
Si scalda anche il fronte politico e dell’informazione. Trump ha descritto la seconda città più grande del Paese come “assediata” e i suoi leader incapaci di rispondere adeguatamente. “Il governatore Gavin Newscum e la sindaca di LA Karen Bass dovrebbero scusarsi con la popolazione di Los Angeles per il lavoro assolutamente orribile che hanno fatto, e questo include ora anche le rivolte in corso a Los Angeles”, ha inveito Trump su Truth Social. “Questi non sono manifestanti, sono facinorosi e insurrezionalisti” E Tom Homan,lo zar della lotta ai migranti, ha minacciato di far arrestare nientemeno che il governatore della California per aver dato rifugio ai migranti e aver ostacolato il lavoro degli agenti dell’ICE – l’Immigration and Custom Enforcement – e ha lanciato l’allarme: “La retorica continua a crescere, a crescere e a crescere: qualcuno si farà male”, ha avvertito. “Se questa violenza non viene sedata, qualcuno morirà, e questa è la cruda realtà della vita”. Al che il democratico Newscum ha risposto sui social: “Vieni a prendermi, tu tipo duro, ti aspetto. Ma lascia in pace i bambini di quattro anni che vuoi strappare alle famiglie, la gente che vive qui da dieci anni e che paga le tasse”. I meme del governatore hanno ricevuto centinaia di migliaia di “like”, e ora Newscum si profila come un possibile candidato alla leadership dei Democratici, che da tempo apparivano inermi e incapaci di produrre una nuova guida dopo la sconfitta di Kamala Harris.
Ma la decisione sia di mobilitare la Guardia nazionale, che i marines, solleva anche una questione legale: infatti, nel primo caso, la Guardia viene solitamente mossa su iniziativa dei governatori, e non della Casa bianca. E per mobilitare l’esercito nazionale occorrerebbe uno stato di emergenza nazionale, di una vera e propria insurrezione. Che non é certo il caso di Los Angeles. Si fa notare anche come, in occasione dell’assalto al Campidoglio del 6 gennaio, l’allora presidente uscente Trump non solo non mobilitò l’esercito, ma nemmeno la Guardia nazionale, malgrado l’assalto alla sede stessa della democrazia americana. Questa é una partita estremamente pericolosa, anche perché il Pentagono ha sostanzialmente appoggiato la decisione di Trump sull’invio delle truppe federali. Dichiarando così di fatto una situazione ai limiti della guerra civile. Si pensi anche all’imposizione del coprifuoco in parti delle due principali metropoli a stelle e strisce, New York e la stessa Los Angeles.
Infine, il ferimento di alcuni giornalisti da parte delle forze dell’ordine durante le manifestazioni a Los Angeles, tra cui Livia Alpeck-Riba del New York Times, e Lauren Tomasi, e un operatore televisivo, indica anche la volontà di tenere lontana la stampa dai fatti, secondo la linea di aperta ostilità e disprezzo dell’amministrazione Trump per l’informazione non allineata. Da ogni punto di vista, la situazione è dunque esplosiva. I commenti e le interpretazioni sui fatti si accavallano, di pari passo con le proteste. C’é chi vorrebbe lo stop alle manifestazioni, sostenendo che questo clima faccia il gioco della Casa bianca; ma anche chi avverte che lasciare campo libero alle decisioni arbitrarie e autoritarie del Presidente non farebbe che incoraggiarlo a procedere. Nel frattempo, le retate in strada e nei supermercati ala caccia di chiunque abbia un visto scaduto, e perfino irrompendo nelle code di coloro che attendono per averne il rinnovo, rischia di mettere in ginocchio anche l’economia, dal commercio all’agricoltura, settori nei quali la mano d’opera migrante é cruciale.
Nell’immagine da wikipedia, soldati a Los Angeles. Nel testo uno scatto da Shuttelstock (licenza)