Il Pentagono ha annullato la sua precedente decisione far rientrare dal Golfo Persico la portaerei Nimitz dislocata nelle acque che bagnano l’Iran dalla fine di novembre. In una dichiarazione del 31 dicembre infatti, il segretario alla Difesa statunitense Christopher Miller – ricorda oggi Al Jazeera – aveva ordinato alla nave di tornare a casa, una mossa che equivaleva a un segnale distensivo nei confronti di Teheran. Ma poi le cose sono cambiate e domenica Miller (nell’immagine destra tratta dal sito della Difesa americana) ha ribaltato la decisione precedente. Una mossa che torna a far salire la tensione tra Washington e Teheran.
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E’ una vicenda solo parzialmente oscurata dallo scoop del Washington Post sulla minacciosa telefonata di Trump ieri ai funzionari georgiani ma che torna a far salire la tensione nell’intero quadrante mediorientale e non solo con Teheran perché a ridosso del primo anniversario dell’uccisione a Bagdad da parte americana del comandante iraniano Qassem Soleimani e il suo luogotenente iracheno Abu Mahdi al-Muhandisil. Anniversario marcato da manifestazioni in molte città mediorientali a cominciare da Bagdad.
“A causa delle recenti minacce emesse dai leader iraniani contro il presidente Trump e altri funzionari del governo degli Stati Uniti, ho ordinato alla Nimitz di interrompere la sua riorganizzazione di routine” ha scritto ieri Miller, aggiungendo che la Nimitz rimarrà in servizio nell’area operativa del Comando Centrale degli Stati Uniti e che “nessuno dovrebbe dubitare della determinazione degli Stati Uniti d’America “.
(Red/Est)
In copertina la portaerei Nimitz
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