Violenza sulle donne. Il passo indietro di Varsavia

Il Governo polacco ha iniziato il procedimento di recesso dalla Convenzione di Istanbul, strumento internazionale vincolante sulle  violenze e  adottata dal Consiglio d’Europa nel 2011

“Siamo molto preoccupate per la decisione del Governo polacco di voler intraprendere il procedimento di recesso dalla Convenzione di Istanbul sia per le ripercussioni sul piano concreto per le donne polacche, sia per la sua motivazione in quanto la stessa contiene “concetti ideologici” non condivisi dall’attuale esecutivo polacco, fra cui quello del sesso “socio-culturale” in opposizione al sesso “biologico”. Questa motivazione, assai pericolosa e insidiosa, però non stupisce, in quanto già da tempo siamo consapevoli che la Polonia e gli altri Paesi sovranisti stanno portando avanti una politica per cui le donne continuano a subire numerose violazioni dei loro diritti in materia di salute sessuale e riproduttiva e assistiamo al perdurare di normative, politiche e prassi che limitano e compromettono seriamente la salute sessuale e riproduttiva delle donne, la loro autonomia, dignità, integrità e il loro potere decisionale. Per questo è molto pericoloso, anche per tutta l’Unione Europea, che si affermino concetti di ostilità al genere e all’identità di genere che rischiano di riportare l’Europa indietro rispetto ai diritti umani fondamentali legati alla sessualità e alla riproduzione e che nascondono il vero obiettivo: mantenere il controllo sulle donne e sulla loro autodeterminazione”.

Lo scrivono in una lettera aperta alle massime cariche del Parlamento e della Commissione europea decine di organizzazioni femminili – da SeNonOraQuando? alla Casa Internazionale delle Donne, da  Donne in Rete contro la violenza alla Rete Nazionale dei Centri del Telefono Rosa – e centinaia di donne e uomini preoccupati dalla deriva della Polonia il cui Governo ha iniziato il procedimento di recesso dalla Convenzione di Istanbul, primo strumento internazionale vincolante per  la lotta alla violenze contro le donne, adottata dal Consiglio d’Europa nel 2011 e baluardo quindi nel contrasto a questi crimini. Un fatto che non riguarda infatti solo la Polonia. “Ci preoccupa questa decisione – scrive in una nota Paola Maria Taufer, Presidente della Commissione provinciale trentina Pari opportunità tra donna e uomo – non solo per le donne polacche, ma anche per i diritti di tutte e tutti in Europa. La Commissione Pari Opportunità tra donna e uomo, insieme a molte altre realtà del territorio nazionale, ha scritto ai vertici europei perché con fermezza prendano una posizione nei confronti del Governo polacco e degli altri eventuali governi che vogliano intraprendere questa strada”.

(Red/Int)

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