Xi Man, lontani nel tempo

Testo e foto di Raffaele Crocco e Beatrice Taddei Saltini
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Sembra il luogo che non c’è. Ad Hanoi, nella reception dell’hotel, offrono tour nel Nord del Paese. Dicono: “facciamo scoprire il fascino del Vietnam agricolo”. Ma quando dici: “vorremmo andare a Xin Man”, ti guardano come si guarda chi parla di luoghi che non esistono. Di Xin Man non sanno nulla. Non sanno nemmeno che esiste. E allora si va alla stazione degli autobus e ci cerca la combinazione che ti porta lassù, nel nulla turistico. E’ una fortuna, perché ti accorgi subito di entrare in un mondo a parte. Un mondo ancora lontano dal nostro mondo.

Sono terrazze di riso ovunque ad accoglierti. E’ gente povera, ma non misera, gentile a sorriderti. Qui il Vietnam, Paese di 90milioni di abitanti che corre, in termini di crescita economica, al ritmo di un più 8% all’anno, deve ancora fare molto per arrivare a livelli di vita migliori. Ad Hanoi, nella capitale, spiegano che il problema più serio da affrontare, per il governo, è quello della distribuzione della ricchezza. La forbice fra i più ricchi e i più poveri, dicono, si
allarga, soprattutto nel confronto città-campagna. Qui, nel distretto di Xin Man, questa contraddizione la tocchi con mano. E’ terra di agricoltori che strappano la vita con i denti e di giovani che abbandonano tutto per andare a lavorare nelle fabbriche vicine. L’aiuto della cooperazione internazionale non governativa diventa fondamentale. Qui, è attiva una organizzazione italiana, 
GTV – Gruppo Trentino di volontariato. Da 25 anni lavora a progetti specifici per la terra e per sostenere l’istruzione dei ragazzi.

Sono progetti per l’educazione, l’acqua, l’igiene e la sanità, l’alimentazione, l’economia rurale e l’ambiente. Funzionano? Sì, funzionano, basta osservare come famiglie, maestre e istituzioni accolgono gli operatori. Come spesso accade con i progetti di cooperazione, i risultati si misurano concretamente. GTV ha strategicamente scelto di muoversi lungo l’asse delle ragioni della
povertà: educazione, cibo, sviluppo rurale, ambiente, acqua e igiene. Inoltre, ha deciso di legare i progetti l’uno con l’altro per rafforzarli, mettendo in campo percorsi a lungo termine e sullo stesso territorio. Una scommessa vinta, che ha legato l’organizzazione trentina a questa terra e a questa gente. Gli operatori sono locali e questo aiuta a farsi riconoscere e a farsi ascoltare.

In Vietnam le donne avevano l’abitudine di tingersi i denti di nero. Era un segno distintivo e di bellezza. Nella pratica, serviva a proteggere i denti. Nello Xin Man l’abitudine resta fra le donne più anziane. Nelle aree rurali le tradizioni resistono. In questo distretto vivono appena 68mila persone. E’ parte della più grande provincia di Hà Giang, nel Nord Est del Paese. Una zona povera, con gravi problemi di emigrazione interna. Sono tanti quelli che se ne vanno a cercare lavoro altrove, spesso lasciando i figli ai nonni. Anche qui, però, come in tutto il Vietnam, nel febbraio del 2025 si preparavano a festeggiare una ricorrenza fondamentale: i cinquant’anni della riunificazione del Vietnam, con la conquista di Saigon – oggi Ho Chi Minh – il 30 aprile del 1975.

Il tempo scorre lento, qui. La bellezza dei posti è pari alla bellezza della gente, dei bambini. Xin Man sembra isolato dal resto del Vietnam. Invece, sono connessi con tutto e tutti. La connessione con la rete è ovunque, in ogni scuola o locale. La differenza sembra essere solo una, ma fondamentale: loro il mondo lo
lasciano correre. E non lo inseguono.

La storia del reportage

Le foto sono del febbraio 2025, scattate durante un viaggio fra Vietnam, Indonesia e Thailandia realizzato per www.atlanteguerre.it nel febbraio e marzo 2025 da Raffaele Crocco e Beatrice Taddei Saltini