Yazidi in trappola

Un nuovo fronte sul Kurdistan iracheno? Missili, bombardamenti e morti. E’ ancora questa la costante delle giornate del Kurdistan, la terra contesa e divisa tra quattro stati. E purtroppo non ci sono buone nuove.

Dai racconti di un foto giornalista da poco rientrato dall’Iraq arriva la conferma di quanto visto nel giorno della nostra Liberazione.o

Il 25 aprile l’esercito turco ha infatti lanciato missili nella regione montagnosa di Shingal-Sinjar, nel Kurdistan iracheno.

La zona è nota per le stragi e la caccia agli yazidi, che la popolavano in maggioranza. Qui nell’estate del 2014 l’Isis uccise oltre 60mila persone.

Nei giorni scorsi l’aviazione curda è anche intervenuta a Derik, nel Rojava, il Kurdistan orientale siriano, prima fila della guerra all’Isis.

Pare quindi confermata la tesi che l’obiettivo turco rimangono le basi militari affiliate al Pkk, il partito dei lavoratori curdo.

“La zona è sotto embargo ed isolata – racconta il giornalista – e la situazione è molto pesante dal punto di vista umanitario. Da lì le persone non possono fuggire perché circondate da checkpoint. Noi siamo riusciti a passare e ad incontrare la popolazione perché avevamo il permesso dei peshmerga”.

Nell’area insistono tre milizie: i peshmerga (curdi iracheni), le milizie popolari yazide, auto-organizzate e spesso osteggiate dai peshmerga e le basi del Pkk.

“Le milizie yazide – prosegue – contano sul Pkk ma questo non va giù al Pdk (il partito curdo iracheno). I timori degli iracheni sono che la popolazione della zona punti all’autodeterminazione e scelga il confederalismo democratico, sulla scia del Rojava siriano”.

E proprio in questi giorni, il Kurdistan iracheno sta discutendo del referendum sull’indipendenza da Baghdad.

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