Yemen, alla sbarra chi ha commesso crimini

Le operazioni di guerra perpetrate dalla coalizione a guida saudita sarebbero avvenute in violazione del diritto internazionale umanitario. L' Onu chiede un processo internazionale

di Elia Gerola.

Le Nazioni Unite vogliono un processo internazionale che faccia luce su quanto avviene nello Yemen e che inchiodi alle proprie responsabilità chi, durante il conflitto ancora in corso, abbia commesso crimini di guerra. E’ quanto emerge, a un solo giorno di distanza dal rapporto sui crimini dei militari birmani, da un altro rapporto commissionato dal Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu ad un gruppo di esperti indipendenti, il Group of Regional and International Eminent Experts on Yemen. Il mandato era quello di analizzare i fatti avvenuti nello Yemen tra il settembre 2014 ed il giugno 2018, così da poter verificare la legalità della guerra in corso. Il conflitto militare che si svolge ormai da più di due anni, vede i ribelli Houthi sciiti contrapposti ad una coalizione sunnita formata da ciò che rimane dell’ex governo yemenita e dai suoi alleati regionali, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti.

Secondo le indagini preliminari svolte, i bombardamenti aerei, così come gli embarghi imposti e le operazioni militari condotte, risulterebbero in “violazione dei principi di distinzione, proporzionalità e precauzione” codificati nello jus in bello, ovvero nel diritto umanitario internazionale. In parole povere, come si evince dalle dichiarazioni di Kamel Jendoubdi, che ha gestito i lavori del gruppo di lavoro, sembra che gli sforzi della coalizione sunnita, volti a minimizzare le vittime civili, ovvero i non combattenti, siano stati pressoché nulli.

Infatti, secondo le analisi condotte da Al Jazeera, in collaborazione con lo Yemen Data Project, almeno un terzo dei 16 mila raid aerei considerati, avrebbe avuto bersagli non militari. Le bombe, spesso di produzione occidentale ed in alcuni casi italiana, sganciate sul suolo yemenita avrebbero quindi distrutto non solo edifici di interesse militare ma anche ospedali, luoghi di culto e strutture cruciali per l’approvvigionamento di energia ed acqua. Proprio nel report, le nazioni che stanno fornendo armi alla coalizione degli emiri sunniti, vengono invitate a fermare immediatamente la vendita di qualsiasi tipo di armamento.

Da una parte quindi il diritto umanitario sarebbe stato violato per le sproporzioni delle operazioni militari condotte. Dall’altra perché, come aggiunge il gruppo di esperti, vi sarebbero state ripetute violazioni dei diritti umani fondamentali, su tutti quello alla vita, che avrebbero visto centinaia di migliaia di civili inermi e non combattenti, essere torturati, privati delle libertà fondamentali e non avere il necessario per sopravvivere.

Le stime fornite dal documento parlano di almeno 6.600 civili uccisi e 15.500 feriti, tuttavia si sottolinea come probabilmente nella realtà questi numeri siano “significativamente più elevati”. Non solo proiettili o schegge di bombe, ma anche inedia e malattie: la guerra uccide in vari modi.

Ciò che si potrebbe profilare, come si augura il gruppo di lavoro che ha redatto il documento, è l’avvio di un processo, condotto da una corte penale internazionale istituita ad hoc, per accertare se effettivamente i quadri militari del governo yemenita e della coalizione formata da Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti abbiano commesso Crimini di Guerra. La lista dei possibili responsabili, potenzialmente perseguibili, è già stata stilata e consegnata all’Alto Commissario per i Diritti Umani.

Kamel Jendoubdi

Intanto i bombardamenti continuano, uomini, donne e bambini muoiono e, come dichiarato ad Al Jazeera da uno degli autori del documento, Charles Garraway:”Nonostante la gravità della situazione” si continua a vedere “una completa indifferenza per la popolazione dello Yemen”. Inoltre aggiunge: “Questo conflitto ha raggiunto un picco, senza nessuna luce in fondo al tunnel”, questo perché, come sostenuto da presidente della gruppo di lavoro Jendoubdi, nello Yemen vi son una guerra ed una crisi umanitaria, ma sono entrambe dimenticate.

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