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La musica e i canti di chi migra

Canta chi migra, canta chi resta, canta chi ha nostalgia di cosa ha lasciato, canta chi vorrebbe raggiungere un altro luogo del mondo. La migrazione, nelle sue molteplici forme, è protagonista della musica e del canto di tutti i popoli.

E così abbiamo deciso di concludere gli approfondimenti settimanali dedicati alla migrazione, in musica. Nelle ultime settimane abbiamo visto come il mondo si sposta, chi è in movimento, per dove e perché.

Ma quale suono accompagna le migrazioni di oggi e quelle di ieri?

La musica, da sempre, è stata caratterizzata da contaminazioni e prestiti e ha rappresentato uno dei principali canali di inter-azione tra le culture.

Dal momento che la canzone trova ispirazione nella vita di tutti i giorni è evidente che la canzone popolare italiana e non solo, dell’Ottocento sia stata scandita dall’emigrazione verso l’America.

Così come è evidente che sia stata protagonista nella musica degli anni Novanta, quando l’Italia si è trovata a fronteggiarsi con chi arrivava dai Balcani. A questo periodo sono legati capolavori della cantautorato italiano come ‘Nero’ di Francesco De Gregori nel 1987, a ‘O’Scarrafone’ (1991) di Pino Daniele, passando per ‘Barcarola Albanese’ di Samuele Bersani (1995) fino a ‘Tammurriata del lavoro nero’ dei 99Posse (1994).

E la migrazione continua ad essere presente oggi nelle tematiche delle canzoni europee ma non solo.

A dare voce al disagio sono oggi il rap e l’hip hop. Sempre più stranieri di prima o seconda generazione, ma comunque giovanissimi, raccontano il loro mondo e il loro essere nuovi cittadini occidentali con tutti i disagi che questo comporta. Per fare qualche esempio italiano si possono citare Amir Issaa ‘Uomo di prestigio’, Antonio Di Stefano, in arte Nashy, “italiano di colore che dà colore all’italiano”.

La musica, come collante di culture e veicolo di spiegazione dei fenomeni, arriva anche dal continente africano, dove esistono sempre più formazioni musicali che mettono in note quello che vivono: dal fondamentalismo, alla vita nei campi profughi, fino alla necessità di espatriare.

I cantanti, esiliati o migranti forzati, esistono oggi come ieri. Nel corso di questo dossier li metteremo a confronto.

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