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Dossier/ Lo strapotere delle multinazionali

In dieci anni i profitti delle prime duecento imprese multinazionali del mondo sono raddoppiati. Rispetto al 2011 c’è stata una forte crescita anche sul fatturato, pari ad un +27,8%, mentre la voce dei dipendenti è quella cresciuta di meno, segno del crescente ricorso al contoterzismo. Si stima che le Top200 da sole contribuiscano al 19% del fatturato globale delle multinazionali. Per capire l’impatto delle multinazionali sull’economia mondiale e cosa si muove dal punto di vista degli investimenti, nell’ottobre 2022 è uscito il dodicesimo rapporto ‘Top200’ redatto dal Centro Nuovo Modello di Sviluppo (Cnms), che analizziamo in questo dossier.

I gruppi multinazionali sono 320mila per un totale di 1.116.000 filiali, secondo l’Unctad (la Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo). Il fatturato complessivo è stimato in 132mila miliardi di dollari, mentre i profitti netti si aggirano attorno ai 7.200miliardi di dollari. Si stima anche che l’insieme delle multinazionali controlli l’80% del commercio internazionale. La nazionalità delle multinazionali è definita in base al paese in cui è domiciliata la capogruppo. Non sono disponibili dati complessivi sui dipendenti, ma il Cnms stima che possano essere intorno ai 130milioni di dipendenti, pari al 4% degli occupati mondiali.

Ma cosa si intende per multinazionale? Qualsiasi società proprietaria di altre società collocate all’estero. Le strutture che formano sono definite gruppi multinazionali e sono composte dalla capogruppo o holding e dalle società possedute, anche dette controllate o filiali. 

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