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Una Playlist per la fine del Mondo

di Anna Molinari

Da un po’ avevo in testa un pezzo e adesso è arrivato il momento di scriverlo. Nessun tormentone estivo, nessuna scaletta per un concerto nello stadio dell’estinzione. Solo una personale temporanea interpretazione sonora del momento che stiamo attraversando, chi con gli occhi bendati, chi con gli occhi gonfi di tristezza, rassegnazione e rabbia. Una mini playlist come quelle che vanno di moda, per stirare, per la cena con gli amici, per il viaggio in macchina. E per la fine del mondo, perché no. Una di quelle che accompagna la lenta discesa sull’orizzonte del disastro, che anche se non sarà epico avrà almeno una colonna sonora a cullare il cuore. E allora, play.

#1: The world should revolve around me, dei Little Jackie. Perché l’umano ha questo vizio tremendo, quello di essere convinto che il mondo giri intorno a lui, “c’è n’è soltanto uno come me e sono una specie minacciata”. Da carnefice a vittima in poche righe di pentagramma. Un paio di versi ed ecco servita la prospettiva dell’estinzione, che prospettiva a queto punto non lo è mica poi tanto se negli ultimi 10 anni sono già state dichiarate estinte 160 specie, scomparse a causa di deforestazioni selvagge, perdita di habitat, cambiamenti irrevocabili nelle condizioni climatiche che ne garantivano la sopravvivenza. Interi ecosistemi a rischio, con un cerchio che si stringe sempre di più intorno a noi.

#2: Hunter of invisible game, di Bruce Springsteen, di cui già i soli primi 5 abbondanti minuti di intro musicale basterebbero a disegnare l’atmosfera. Siamo a caccia di prede invisibili e la sensazione è che alla fine le scelte possibili non siano poi così tante: “Prega per te stesso e per non cedere quando arriverà il momento della salvezza e speranze, fede e coraggio potranno sorgere o svanire come polvere nella polvere”… (continua su Unimondo)

In copertina uno scatto di Eric Nopanen (Unsplash)

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