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La ‘pace’ tra Fatah e Hamas

Palestinians attend a rally calling for national reconciliation between the rival Palestinian leading factions Hamas in Gaza and Fatah in the West Bank, in Gaza City, March 11, 2011. Members of major Palestinian factions participated in the rally including Hamas, Islamic Jihad, Democratic Front for the Liberation of Palestine (DFLP), and Popular Front for the Liberation of Palestine (PFLP). UPI/Ismael Mohamad

Sono arrivate ad un accordo scritto le due più importanti fazioni politiche palestinesi dopo la decennale rottura. Ieri, 12 ottobre, al Cairo è stato firmato un accordo ufficiale di riconciliazione che consentirà al governo palestinese l’amministrazione della Striscia di Gaza.

Sempre in Egitto ci sarà poi, il 21 novembre, un’altra riunione caldeggiata dalle autorità egiziane che si sono fatte ‘garanti’ di questa riappacificazione.
Dal 2007 la striscia di Gaza e la Cisgiordania sono amministrate separatamente: Hamas, considerato un gruppo terroristico non solo da Israele, ma anche dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea ha il controllo di Gaza, mentre Fatah guida l’Autorità Nazionale Palestinese, che governa in Cisgiordania

La strada della riappacificazione non è comunque in discesa: il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha riferito che Israele si opporrà a qualunque accordo che non preveda il disarmo di Hamas.

In questo senso, va sottolineato un altro passo fondamentale per l’accettazione a livello internazionale dopo il riconoscimento nel 2012 della Palestina come Stato osservatore dell’Onu, è l’ammissione nel settembre 2017 dell’Autorità Palestinese nell’Interpol, l’organizzazione internazionale della polizia.

E questo rientrerebbe anche nell’accordo per Gaza: circa 3 mila agenti della polizia governativa palestinese sarebbero infatti schierati nella striscia, legittimati dall’organizzazione internazionale. E qui torna il problema del braccio armato di Hamas: le brigate Ezzedin al Qassan rappresentano ad oggi l’ultima forza di reazione militare dei palestinesi, dopo la smilitarizzazione della Cisgiordania.

Nell’accordo le due fazioni hanno anche negoziato una gestione comune dei dipendenti pubblici e dei ministeri, oltre che della sicurezza interna e delle frontiere.

I nodi da sciogliere per il futuro della Palestina rimangono comunque ben intrecciati, a partire dalla variabile Trump che ha annunciato l’uscita degli USA dall’Unesco a causa delle risoluzioni filo-palestinesi.

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