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Legno e sangue in Senegal

In Senegal è in corso uno dei più vecchi conflitti del continente africano. Il MFDC combatte da una quarantina d’anni per l’indipendenza della Casamance (la regione senegalese più ricca in risorse naturali) e nonostante i vari tentativi di negoziato le ostilità persistono, tant’è che a inizio 2022 le tensioni sono riprese con un nuovo vigore soprattutto lungo il confine tra i due Paesi. Percorrendo la Trans- Gambia è facile rendersi conto di come la popolazione locale viva veramente con poco: agricoltura di sussistenza e bestiame. Piccoli orti e alberi da frutto, piante di mango e anacardi, qua e là qualche palma da cui viene estratto il famigerato olio. Lungo la carreggiata donne e bambini vendono carbone prodotto sul posto per pochi euro al sacco.

A causa del traffico della periferia di Banjul, le strade dissestate e gli interminabili posti di blocco della polizia, ci vogliono tre ore abbondanti per fare appena un centinaio di chilometri. La fitta vegetazione che caratterizza questa parte del Gambia garantisce un nascondiglio ideale agli esponenti del MFDC e fa di quest’area frontaliera un sito altamente poroso. Seguendo piste secondarie difficilmente sorvegliabili, persone e merci possono circolare senza troppe difficoltà tra i due paesi.Come il legno, contrabbandato dalla Casamance verso la Cina attraverso il porto di Banjul, capitale del Gambia…. 

Il reportage di questo mese Il legno insanguinato del Senegal con foto e testi di Lucia Michelini si può leggere qui

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