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La conquista dell’Africa. L’avanzata russa (1)

a cura di Alice Pistolesi

Accordi e cooperazione militare ed economica con l’Africa sono negli obiettivi della politica estera russa. Gli interessi della Federazione russa nel Continente, dopo anni di stallo, sono ripresi dal 2015 e si sono intensificati nel 2018.

Artefice di questa nuova scalata il ministro degli esteri Sergej Lavrov (vedi chi fa cosa) che nel marzo 2018 ha fatto visita ai capi di alcuni Stati africani per consolidare i vecchi e avviare nuovi progetti. Tra gli interessi russi spicca la cooperazione per l’uso pacifico dell’energia nucleare ma anche  lo sviluppo della cooperazione in agricoltura, medicina, l’estrazione mineraria e l’esplorazione geologica.

Pur essendo importante il settore militare (vedi approfondimento 2) secondo gli osservatori sempre più spesso la Russia ha cercato di concludere accordi al di là delle armi. Accordi per estrarre minerali, fornire energia nucleare e rafforzare la propria influenza politica e culturale in Africa.

Oltre ai vantaggi militari ed economici non sono poi da sottovalutare i risvolti politici. I buoni rapporti con i Paesi africani possono infatti tradursi in voti favorevoli in sede di Assemblea Generale Onu, dove le 54 nazioni del continente africano hanno un peso considerevole.

Oltre ai casi di Zimbabwe e Repubblica Centrafricana (vedi approfondimento 1 e focus 2) sono da tenere sotto osservazione anche i rapporti della federazione con l’Angola.

Nel corso dei colloqui a Luana, il ministro Lavrov ha riaffermato l’intenzione di rafforzare le relazioni bilaterali e la cooperazione economica, con particolare attenzione al settore dei diamanti e a quello energetico. A questo proposito il ministro ha auspicato che l’Angola si associ al più presto al Gefc (Gas Exporting Countries Forum), il cartello che riunisce i principali produttori di gas.

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