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Spegnere la guerra/ E cambiare il pianeta

di Raffaele Crocco

E’ l’altruismo di chi rifiuta di sparare perché non vuole uccidere un altro essere umano. E’ il coraggio di scappare perché si ha paura. E’ il senso del dovere di chi diserta per evitare di diventare un assassino solo perché glielo ordinano. E’ il senso di responsabilità di chi al combattimento preferisce la chiacchiera, allo scontro il confronto, ai problemi le soluzioni.
Dobbiamo rovesciare il mondo per fare la rivoluzione.

Dobbiamo far vedere, raccontare, far conoscere l’orrore della guerra, cancellarne il mito di bellezza e coraggio, annullare la stupidità ottusa dell’eroismo che troviamo in chi uccide altri esseri umani. Dobbiamo inventarci una nuova bellezza. Dobbiamo far diventare eroe che rifiuta la violenza, superando quella strana cosa che ci coglie – ad esempio – quando parliamo dei disertori. Pensateci: ci sono sempre un po’ antipatici, in fondo. Anche se siamo contro la guerra, loro – i disertori – sono quelli che scappano, che lasciano li gli altri a morire. Insomma: sono i vigliacchi.
Dobbiamo fare la rivoluzione per rovesciare il mondo.

Dobbiamo mettere al centro di ogni azione la costruzione della pace, costruendo una nuova mitologia, un nuovo senso del bello. Dobbiamo diventare pazienti, per costruire ogni giorno una nuova intelligenza, che ci faccia capire che la pace conviene, perché è la somma delle cose migliori della nostra storia umana: è la giustizia, il rispetto degli esseri umani e dei loro diritti, è la ricchezza meglio distribuita, l’ambiente difeso e vissuto in equilibrio.
Spegnere la guerra significa iniziare la costruzione della pace.
Solo iniziarla, non altro, perché la pace è fatta anche del silenzio delle armi, ma si crea con il rispetto dei diritti e degli esseri umani. La pace è un lavoro quotidiano, è un modo di vivere, pensare e di guardare il Mondo. La pace è una fatica che vale la pena per vivere bene.

Oggi, siamo in tanti, con questa giornata di mobilitazione, a dire “spegniamo la guerra e accendiamo la pace”. Siamo in tanti a voler fare questa fatica. Dobbiamo essere tanti, almeno gli stessi, anche domani.
E dopodomani.
E poi ancora…

In copertina: pianeta terra da Unsplash

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