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Terroristi di terra e di mare

Pirati e fondamentalismo Islamico semore più attivi in Nigeria. Nella giornata di ieri le forze di sicurezza nigeriane hanno denunciato il rapimento di 21 persone, tra le quali potrebbero esserci due lavoratori della Croce Rossa e un sergente dell’esercito. Il rapimento non ha ancora assunto dei tratti chiari, né sul numero dei coinvolti, né sugli autori. Il fatto, secondo alcuni sarebbe imputabile al gruppo terroristico Boko Haram, da anni attivo nell’area dei confini che interessano Camerun, Niger e Burkina Faso, mentre secondo altri il responsabile sarebbe il gruppo dello Stato Islamico (Iswap), la fazione di Boko Haram che nel 2016 aveva giurato fedeltà allo Stato islamico e che da allora ha effettuato numerosi attacchi contro i civili.

Ma questo non è il solo rapimento nell’area. Pirati nel Golfo di Guinea hanno infatti rapito i 19 membri dell’equipaggio della Constellation, una supercisterna greca, sequestrando il personale indiano e turco nella serata di martedì. L’attacco è avvenuto dopo che la petroliera aveva imbarcato greggio nel terminal dell’isola di Bonny. La dichiarazione del rapimento è arrivata dagli operatori delle petroliere e dalle navi che hanno sede in Grecia e a Hong Kong.

Il Golfo di Guinea è uno dei più interessanti per i pirati. L’Ufficio marittimo internazionale afferma che nelle sue acque si verificano l’82% dei rapimenti di equipaggi nel mondo e che la Nigeria è il Paese con il maggior numero di attacchi. I pirati, spesso ben armati, in molti casi hanno sequestrato navi per molti giorni, saccheggiandole per ottenere carburante. All’inizio di quest’anno, gli Stati Uniti e altri 33 paesi hanno svolto settimane di addestramento marittimo nel Golfo di Guinea per migliorare la sicurezza contro i pirati e monitorare la costa.

di Red/Al.Pi.

*In copertina un’immagine di pirati in Nigeria tratta da africarivista.it

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