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Uganda, l’opposizione contro Museveni

di Jomo Matai da Nairobi

 

Il leader dell’opposizione ugandese Bobi Wine – il cui vero nome è Robert Kyagulanyi – non ha ancora digerito la vittoria di Yoweri Museveni, a capo del Paese dal 1986, e che ormai quasi due mesi fa ha vinto le presidenziali in una tornata elettorale molto controversa e contestata. “Vi invito a sollevarvi pacificamente, disarmati e a manifestare contro il regime che ci ha oppressi”, ha detto Wine martedì scorso in un discorso tenuto dal popolare cantante prestato alla politica a Kampala. Secondo Wine il vero vincitore sarebbe lui e non Museveni, una lunga storia al potere che lo ha ormai sostanzialmente designato come presidente a vita.

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Museveni era già stato rieletto per il suo quarto mandato alle elezioni presidenziali del 2011 con quasi il 70% delle preferenze. Poi nel 2016 è stato nuovamente dichiarato vincitore con il 60,75% dei voti e anche allora l’opposizione denunciò frodi diffuse. L’ottuagenario ex generale (classe 19440) – che spodestò il sanguinario dittatore Amin Dada guadagnandosi la fama di eroe – il 16 gennaio 2021 è di nuovo diventato Presidente: ,la Commissione elettorale ugandese ha annunciato la vittoria di Museveni per il suo sesto mandato con il 58,6% dei voti, nonostante accuse di frode elettorale, repressione violenta dell’opposizione e abusi dei diritti umani. Wine rivendicherebbe di aver ottenuto il 54%.

Presidente per sempre

La ultradecennale presidenza dell’ex generale – cui viene riconosciuto di aver dato un po’ di stabilita al Paese – è stata contrassegnata dal coinvolgimento in diversi conflitti: in Congo, nella guerra civile ruandese e in altre situazioni di estremo conflitto nella regione dei Grandi Laghi. Infine, in casa, ha combattuto la ribellione nel Nord dell’Uganda del Lord’s Resistance Army ma si è anche adoperato nella soppressione dell’opposizione politica e per gli emendamenti costituzionali che hanno eliminato sia i limiti del mandato presidenziale (2005) sia il limite dell’età del Capo di Stato (2017). Dandogli in sostanza la presidenza a vita.

La situazione di grave tensione che caratterizza il dopo voto fa dell’Uganda un Paese dove il rischio di conflitto interno diventa molto elevato, vista la chiara intenzione dell’ottuagenario presidente di non mollare lo scranno ma anche la determinazione della National Unity Platform guidata da Wine. In una situazione aggravata dall’enorme flusso di profughi che dal Sud Sudan si e riversato nel Paese. Molti vecchi fedeli di Museveni inoltre lo stanno abbandonando come si comprende da questa lettera aperta del 7 marzo di un ex sodale: “Caro Presidente, prima di tutto, sono uno dei tuoi fedeli fan che ora sta pensando di abbandonarti. Mi piaceva il tuo modo di salvare la faccia prima che diventasse monotonamente ripugnante. Ancora più importante, quando ricordo il tuo ardore rivoluzionario, quei vecchi giorni d’oro dopo Idi Amin…”.

In copertina Museveni, nel testo Wine

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